Il dittatore Gheddafi dato per fuggito all’estero appare ieri a sorpresa sul tv di stato libica. Annunciato come un discorso ala nazione, Gheddafi appare per soli 22 secondo rilasciando frasi alquanto sconnesse in una apparizione altrettanto sconnessa: è a bordo di quello che sembra un furgoncino, tiene in mano un ombrello aperto e dice soltanto: “Non sono scappato in Francia o Venezuela… Sono ancora qui a Tripoli. Non credete a quelle tv che sono guidate da cani rabbiosi’.
Segnali di un regime impazzito, che ieri ha mandato i jet a bombardare la folla che manifestava. A Tripoli è il caos totale, devastati e dati alle fiamme palazzi governativi e anche il Parlamento, due jet dell’aviazione militare sono fuggiti a Malta disertando per protesta contro l’ordine di bombardare la folla. Il vice ambasciatore libico all’ONU parla di genocidio. I morti sarebbero ormai circa 300 nella Libia in fiamme, dove sembra che la guerra civile sia ormai l’unica opzione rimasta. L’essrcito è diviso: alcuni ufficiali hanno chiesto ai soldati di unirsi al popolo per abbattere il regime. Yusuf al-Qaradvi, potente imam sunnita, ha rilasciato una fatwa in cui chiede ai soldati libici di uccidere Gheddafi. Durissime le reazioni internazionali. Hillary Clinton condanna fermamente le violenze in Libia e chiede alle autorità di Tripoli di porre fine immediatamente a questo «inaccettabile bagno di sangue.
La Libia deve rispettare i diritti umani». Intanto il vice-ambasciatore libico all’Onu ha invocato un intervento internazionale contro quello che ha definito «un genocidio» perpetrato dal regime di Tripoli e ha chiesto che venga istituita una no fly zone su Tripoli. Secondo l’emittente inglese Bbc l’intera delegazione libica presso le Nazioni Unite avrebbe chiesto un’azione internazionale. Dopo aver chiesto all’UE di non intervenire, intanto, il ministro Frattini si è schierato con le posizioni dell’Europa di condanna delle violenze. Un C 130 è stato messo a disposizione degli italiani residenti che volgiamo lasciar eil paese, mentre tutte le nostre basi militari sono in stato di massimo allerta.
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