Il governo cinese è intenzionato a varare una legge che gli attribuisca la facoltà di nominare il successore del Dalai Lama

L’affermazione del Dalai Lama di essere ormai prossimo alla “pensione”, apre scenati convulsi, non privi di sangue, violenza e intrighi internazionali di potere. Il governo cinse complica le cose, annunciando l’intenzione  di varare una legge che stabilisca che il Dalai Lama deve essere cinese.



Si tratterebbe dell’ennesimo atto di assoggettamento culturale del Tibet. Tenzin Gyatso, 75 anni, XIV Dalai Lama, tuttavia, ha fatto sapere che, finché il Tibe resterà sotto il dominio cinese, il Dalai Lama si reincarnerà altrove. La Cina, già nel ’95, aveva rapito il Panchem Lama, secondo solo al Dalai Lama, e da allora non se ne hanno più notizie.



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Non si tratterebbe, in ogni caso, dell’unico problema che insanguina la lotta la successione. Per secoli i predenti al trono sono stati, in più occasioni, oggetto di uccisioni e rapimenti da parte di clan rivali per affermare la propria supremazia. Recentemente, nella stanza del Karmapa, il vice del Dalai, sono stati ritrovati due milioni di dollari, di cui 100mila in valuta Yen. Il che ha riaperto l’ipotesi che l’uomo sia una spia inviata da Pechino. Tenzin Gyatso lo difende e sostiene che si tratta di soldi derivanti  dalle donazioni.