Secondo la televisione al-Arabiya, i morti in Libia sarebbero almeno 10mila, mentre i feriti 50mila. Lo ha detto Sayed al Shanuka, componente libico della Corte Penale Internazionale. Un medico francese rientrato da poco da Bengasi ha parlato di almeno 2mila morti: «Bengasi – ha detto Gerard Buffet, attivo per un anno e mezzo al Bengasi Medical Center, – è stata attaccata di giovedì.



Le nostre ambulanze sul terreno hanno contato il primo giorno 75 morti, il secondo 200, e poi più di 500». «In totale – ha aggiunto – penso che ci siano più di duemila morti». La popolazione civile cerca di fuggire dalla guerra civile: 20mila persone hanno attraversato il confine con l’Egitto. E’ caccia ai giornalisti stranieri, che il vice ministro degli esteri libico ha definito “clandestini”. Due navi da guerra hanno rifiutato l’ordine di bombardare la città di Bengasi: hanno disertato e si trovano al largo di Malta. I marinai hanno gettato le armi in mare. I piloti di un caccia che avevano avuto l’ordine anche loro di bombardare Bengasi, si sono rifiutati e hanno fatto precipitare il velivolo gettandosi con il paracadute. A Misurata ci sarebbero 150 italiani bloccati che non hanno vie di scampo.



Migliaia sono gli stranieri fermi negli aeroporti in attesa di voli che li riportino nelle loro nazioni. «L’aeroporto è stato assalito, è indescrivibile il numero delle persone», ha detto Kathleen Burnett, cittadina di Baltimora in Ohio, mentre scendeva da un volo dell’Austrian Airlines partito da Tripoli e diretto a Vienna. «È un caos totale», ha aggiunto. British Airways e Emirates, la compagnia aerea più grande del Medioriente, hanno cancellato voli diretti a Tripoli. Tra chi cerca d lasciare la Libia ci sarebbe anche la figlia del dittatore Gheddafi, Aisha. Un volo proveniente da Tripoli con la donna a bordo ha cercato di atterrare a Malta ma gli hanno negato l’atterraggio costringendolo a tornare indietro.