Thailandia, sospesa l’attività dell’agenzia Baby 101, specializzata in “produzione” di figli per conto terzi. L’agenzia, con sede legale a Taiwan, forniva in pratica “uteri in affitto”, facendo partorire donne i cui figli venivano poi rivenduti a coppie che non possono o non vogliono farli nascere direttamente.
Secondo la polizia thailandese, alcune delle donne che lavoravano per la Baby 101 erano obbligate con la forza a far ciò, si sta indagando per scoprire se fossero state rapite allo scopo. “Illegale e inumano” è stato definito dalle autorità tutto il business. La società riceveva ordinazioni via e-mail, sul sito apparivano foto dei donatori maschili e femminili in modo da mostrare lo stato di ottima salute degli stessi. La polizia ha trovato 13 donne che lavoravano alla “produzione” dei bambini dietro pagamento di circa 3mila dollari a gravidanza conclusa. In Thailandia la pratica dell’utero in affitto è proibita per legge, ammessa solo in casi rarissimi e sempre se non è prevista alcuna forma di pagamento.
Una pratica senz’altro che divide gli osservatori, quella della “maternità surrogata”,ma che invece sembra sempre più prendere piede e con il plauso della società, qua nei paesi occidentali. Fa scalpore che in Thailandia si cerchi di reprimere tale pratica mentre in occidente sta diventando un’abitudine comune. E’ recentissimo il caso di Nicole Kidman, che pochi giorni fa è diventata mamma grazie a un utero in affitto, o addirittura quello di Elton John e del suo compagno che sono diventati genitori allo stesso modo, con un figlio partorito da una donna. Pratiche permesse dalla legislazione di alcuni paesi (non l’Italia) e che vengono messe in atto soprattutto dagli esponenti del mondo del cinema e della musica.