E’ caccia ai giornalisti mentre uno straniero (ancor anno si sa se sia un giornalista) è stato ucciso, picchiato a morte in piazza al Cairo. Sono le notizie sempre più drammatiche che arrivano dall’Egitto, dove infiltrati della polizia e sostenitori di Mubarak stanno scatenando incidenti e scontri fra la popolazione.
Decine di sostenitori del presidente egiziano Honsi Mubarak hanno fatto irruzione in un hotel del Cairo a caccia di operatori dei media. Al Jazeera e Al Arabiya raccontano di scontri feroci in piazza Tahrir, dove sostenitori di Mubarak sono giunti armati di coltelli e bastoni e mentre gli oppositori al regime si difendono con sassi e altri oggetti. In mezzo tra i due schieramenti ima fascia di sicurezza di quasi cento metri. Mercoledì, ieri, gli scontri in piazza erano stati durissimi, con almeno 1500 feriti e dieci morti.
Il primo ministro egiziano, Ahmed Shafiq, si è detto pronto ad andare in piazza per discutere con i manifestanti. Lo stesso Shafiq ha chiesto scusa per quanto accaduto nella giornata di mercoledì: «Si è trattato di un errore fatale. Quando le indagini riveleranno chi c’è dietro questo crimine e come è stato possibile che sia accaduto prometto che i responsabili saranno puniti per quanto hanno fatto».
Nicolas Sarkozy, Silvio Berlusconi, Angela Merkel, David Camerone Josè Luis Zapatero – hanno intanto diramato un comunicato congiunto invocando la fine delle violenze: «Assistiamo con estrema preoccupazione al deterioramento della situazione in Egitto. Il popolo egiziano deve poter esercitare il proprio diritto a manifestare pacificamente, e beneficiare della protezione delle forze di sicurezza. Le aggressioni contro i giornalisti sono inaccettabili». Anche Ban KiMoon, segretario generale dell’Onu, è intervenuto sostenendo che il processo di transizione politica in Egitto deve «iniziare subito».