Egregio Direttore,
In riferimento all’intervista del Ministro turco degli Affari Europei Egemen Bagis al suo collaboratore Pietro Vernizzi vorrei rilevare  quanto segue.
Il Ministro turco sostiene che il caso di Cipro sia “il caso più palese di doppio standard” dell’Europa verso il suo paese.  A suo dire, ci sarebbe stata una decisione dell’UE già nel 2006 per “rimuovere” un ipotetico “blocco” contro lo stato fantoccio creato nella parte occupata di Cipro dalle baionette turche.



E’ evidente che tutto ciò non ha nessuna corrispondenza con la realtà. In primis, l’UE non può avere rapporti con lo stato fantoccio per il semplice fatto che ha condannato la sua autoproclamazione e riconosce nell’isola solo uno stato, la Repubblica di Cipro. E così fa l’ONU e tutta la comunità internazionale, con grande dispiacere di Ankara, che non si vuole rassegnare a questa realtà.
Secondariamente, non c’è alcun “blocco” da rimuovere. E’ dal 2004 in vigore il Regolamento della Linea Verde che regola i passaggi di persone  e merci attraverso la linea del cessate il fuoco del 1974. La comunità turco-cipriota ha diritto al passaporto della Repubblica di Cipro e può viaggiare ovunque in Europa e nel mondo.



Quello che invece furbescamente vuole promuovere la Turchia è di dare la possibilità al regime di occupazione di commerciare direttamente con il resto dell’Europa, usufruendo dell’aeroporto che funziona illegalmente e senza permesso dell’ICAO, nonchè dei porti di Cipro in mano all’esercito turco. Il fine di tale mossa non è, ovviamente, facilitare le esportazioni dei turco-ciprioti in Europa, dal momento che già c’è la strada spalancata che passa attraverso le strutture legali della Repubblica di Cipro. Il fine vero di Ankara è ottenere una forma di riconoscimento per lo stato fantoccio da lei creato nei territori occupati.



E’ utile ricordare che al Consiglio Europeo del 17 dicembre 2004 la Repubblica di Cipro ha dato il suo sostegno all’apertura dei negoziati di adesione della Turchia. Cipro è in favore dell’adesione della Turchia all’UE poiché ritiene che la trasformazione in senso europeo di questo paese sia nell’interesse del popolo turco e garantisca rapporti di buon vicinato e rispettosi della legalità internazionale con tutti i paesi dell’area. 

Dal 2005 la Commissione Europea ripete alla Turchia che deve adempiere ai suoi obblighi: riconoscere tutti e 27 i paesi membri, compresa la Repubblica di Cipro. E  applicare subito il Protocollo di Ankara, da lei sottoscritto, in modo aprire i suoi porti e i suoi aeroporti ai vettori con bandiera cipriota. La risposta di Ankara è stata che  non avrebbe mai adempiuto a tali obblighi. Ecco il vero motivo dei capitoli bloccati e delle difficoltà dell’adesione turca.

In conclusione, leggendo l’intervista del ministro Bagis si ha l’impressione che sia Cipro a minacciare la Turchia, mentre  è noto a tutti che Cipro è il paese che subisce da ben 37 anni l’occupazione turca di un terzo del suo territorio con 40 mila soldati che tuttora stazionano in permanenza.
Lascio ogni giudizio ai suoi lettori.

(Iacovos Giragosian Incaricato d’Affari)