Il reattore numero 4 della centrale di Fukushima è quello che, attualmente, sta destando maggiori preoccupazioni. L’acqua nelle vasche al suo interno, infatti, si è del tutto esaurita.
Continua la lotta contro il tempo in Giappone per scongiurare il rischio di un’epidemia nucleare generata dal diffondersi di materiale radioattivo. A destare la maggiore preoccupazione, nelle ultime ore, il reattore numero 4 dove si era verificato in mattinata un incendio, estintosi dopo poco tempo. Ora la temperatura avrebbe raggiunto livelli altissimi, l’acqua è completamente evaporata mente, secondo gli esperti la radiazioni al suo interno sarebbero «estremamente potenti». Nel frattempo, la Tokyo Electric Power Company ha fatto sapere che i lavori per sistemare una nuova linea elettrica che ripristini l’elettricità sono quasi completati. Non si sa, tuttavia, quando i tecnici potranno avvalersene per riportare la situazione alla normalità.
Il nuovo collegamento dovrebbe consentire il ripristino delle pompe in modo da poter immettere costantemente acqua nelle vasche e riportare la temperatura ai livelli precedenti. Domani, dopo il tentativo fallito di oggi di immettere acqua con gli elicotteri a causa delle radiazioni, gli Usa metteranno a disposizione un drone, un aereo senza pilota, per compiere un volo sopra la centrale di Fukushima, e fare una ricognizione sull’area.
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E proprio dagli Usa arriva l’allarme radiazioni: secondo il responsabile della Commissione nucleare Usa Gregory Jaczko, attorno alla centrale il livello sarebbe letale. «Sarebbe molto difficile per i lavoratori in loco avvicinarsi ai reattori», ha dichiarato «Le dosi di radioattività – ha aggiunto – potrebbero dimostrarsi letali in un breve periodo di tempo».
Il governo Usa ha invitato i concittadini residenti nell’area, ad abbandonare al zona nel raggio di 80 chilometri, mentre il Pentagono fa sapere che i soldati Usa coinvolti nelle operazioni di soccorso riceveranno pillole di ioduro di potassio come misura precauzionale contro le radiazioni. Secondo il direttore dell’Aiea, in ogni caso, la situazione «è molto seria», ma «non è il momento di dire che le cose stanno andando fuori controllo».