Gli attacchi aerei contro la Libia potrebbero incominciare subito dopo il vertice di Parigi. Vi prenderebbero, inizialmente, parte Francia, Gran Bretagna e Canada.
Potrebbe essere questione di poco, pochissimo. Ore, forse. Gli attacchi aerei contro la Libia potrebbero iniziare già al termine del vertice di Parigi in corso. E’ quanto si apprende da una fonte che sta seguendo i lavori. Ai primi raid potrebbero prendervi parte Francia, Gran Bretagna e Canada. Si unirebbero, successivamente, gli Usa e alcuni paesi arabi.
L’Italia, dal canto suo, ha fatto sapere ieri che metterà a disposizione sette delle proprie basi militari, per dare esecuzione alla risoluzione Onu che ha istituito una no-fly zone. «Proprio perché siamo vicini alla Libia il nostro ruolo non può essere quello degli affittacamere, di quello che offre le basi e dà le chiavi di casa: il nostro ruolo deve essere propositivo, moderato ma determinante», ha dichiarato il ministro della Difesa Ignazio La Russa che ieri non aveva escluso la possibilità di un intervento aereo italiano per garantire il rispetto della no-fly zone.
Nel frattempo, anche il presidente del Consiglio Berlusconi è arrivato al vertice all’Eliseo dove non era presente alcun rappresentante dell’Unione Africana, che si invece riunita a Noukachott, capitale della Mauritania. Sempre fonti dell’Eliseo riferiscono che a Parigi si è discusso, in particolare, di aspetti militari, e che le decisioni fondamentali sono state prese di comune accordo con gli altri Paesi dell’Unione Africana.
All’incontro erano attesi, tra gli altri, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, il primo ministro inglese, David Cameron, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, il segretario generale della Lega araba, Amr Moussa, e il presidente della Commissione dell’Unione africana, Jean Ping.