Per l’Italia il comando delle operazioni militari in Libia deve passare alla Nato. Se questo non accadrà, ha spiegato Frattini, la concessione delle nostre basi non sarà più scontata. Intanto, all’opposizione non sfuggono i malumori nella maggioranza.  

Frattini avverte: o la guida delle operazioni in Libia passa sotto il controllo Nato, o l’Italia ripenserà a cosa farne delle sette basi militari concesse ai paesi alleati. «Se la Nato non assumerà a breve il coordinamento delle operazioni militari, dovremo studiare un modo perchè l’Italia assuma la responsabilità del controllo delle proprie basi», ha dichiarato il titolare della Farnesina alla riunione dei ministri degli Esteri degli Ue. Si tratta di una parziale inversione di rotta, che alcuni leggono come dettata dalla necessità di appianare i dissapori interni alla maggioranza.



E’ nota infatti la posizione della Lega che si è astenuta dalla risoluzione in Commissione Esteri e Difesa del Senato che dava pieno mandato al governo di appoggiare la risoluzione Onu con la quale si legittima un limitato uso della forza in Libia. Nel corso del Consiglio dei ministri straordinario di oggi il premier Berlusconi avrebbe preso in disparte il leader della Lega Umberto Bossi per convincerlo che non si poteva fare altrimenti; non partecipare alla missione in Libia ci avrebbe esposto alla critiche internazionali e messi nelle condizioni di subire decisioni prese da altri.



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Alla luce di tali dissidi interni alla maggioranza, l’opposizione, cui non sono sfuggiti, chiede, per bocca del capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini, di esprimersi con il voto sul nostro interveto in Libia. Domani la conferenza dei capigruppo esaminerà, alle 12.30, la richiesta di Franceschini avanzata al presidente della Camera Gianfranco Fini. Si trovano d’accordo con l’ipotesi, oltre che ovviamente la Lega, anche l’Idv, il  Terzo Polo e i Responsabili.

Non siamo, in ogni caso, l’unico stato che ha posto con vigore la questione del comando. La Norvegia ha lanciato un aut-aut, sospendendo la propria partecipazione alle azioni di natura bellica fino a quando non si deciderà di dirimere la controversia. Il ministro della difesa norvegese ha riferito che i sei F16 inviati a Cipro «non hanno ricevuto l’ordine di partecipare» alle operazioni. Se saranno impiegati o meno, dipenderà da «un nuovo sistema di comando»