Secondo alcune fonti, sarebbero un centinaio le vittime degli attacchi delle forze dell’ordine ai manifestanti in Siria. Alcuni video mostrano gli agenti sparare sulla folla. Intanto, Assad annuncia riforme.
Il presidente siriano Bashar al Assad si trova spiazzato dalle proteste di questi giorni, in cui sono già morte un centinaio di persone a causa degli attacchi delle forze di polizia sulla folla, annuncia riforme – tra cui l’innalzamento del salario minimo e misure contro la corruzione – e giura: «Non ho dato l’ordine di sparare». Il riferimento è alle proteste della città di Daraa; su internet circola un filmato in cui, mentre i manifestanti marciano compatti al grido di «in pace, in pace», si odono spari, seguiti da grande confusione.
In ogni caso, secondo fonti mediche siriano, le vittime delle cariche sarebbero 25, tra cui una bambina, mentre per il centro per i Diritti umani in Siria, però, le vittime sarebbero 36. Ci sarebbero, inoltre, 93 persone arrestate, tra cui cinque donne e alcuni minorenni. «Il numero effettivo degli arresti potrebbe essere assai più alto», afferma Amnesty International, mentre sono in programma per domani diverse iniziative a favore della democrazia in Siria. Dal canto suo, la Farnesina, fa sapere che segue segue attentamente» la situazione, auspicando «insieme con gli altri partner europei», la possibilità di trovare «forme di dialogo tra istituzioni e società civile” che aiutino “la stabilità del paese».
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