Il sisma che ieri ha colpito la zona compresa tra Thailandia, Myanmar e Laos, ha provocato almeno 75 morti, ma si sta ancora scavando tra le macerie e il numero delle vittime è destinato a salire.

75 morti, più di cento feriti e danni a centinaia di edifici: attualmente è il bilancio del terremoto di magnitudo 6.8 che ieri ha colpito la zona al confine tra Myanmar orientale, Thailandia e Laos intorno alle 20,25 locali, le 14,55 in Italia. Si è trattato di due scosse ravvicinate, il cui epicentro è stato identificato nello Shan State, nel nord-est della Birmania (Myanmar), a poche decine di chilometri dal confine con la Thailandia. La prima scossa si è verificata a 10 chilometri di profondità, la seconda a 230. Le case delle città nei pressi dell’epicentro sono rimaste senza luce elettrica, mentre i collegamenti telefonici funzionano a intermittenza.



E’ Tachileik, in Birmania, la cittadina maggiormente colpita dalla scossa, dove si concentra il maggior numero di vittime. A quanto riferiscono i testimoni, qui la popolazione si è riversata nelle strade in preda al panico. Gente in strada anche a Chiang Mai, principale città nel nord Thailandia. A Bangkok, solamente ai piani alti dei grattacieli, la scossa è stata avvertita mentre a Rangoon, benché sia stata sentita nitidamente, non si registrano danni. La Farnesina, nel frattempo, sta seguendo gli sviluppo della vicenda per capire se siano stati coinvolti anche dei nostri connazionali. Il terremoto di ieri non avrebbe alcun legame con quello di 9 gradi di magnitudo che ha colpito il Giappone; le due zone si trovano, infatti, su placche tettoniche diverse.



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