Il film “Uomini di Dio” ne ha raccontato la storia. Nella notte fra il 26 e il 27 marzo 1996, esattamente quindici anni fa, sette dei nove monaci che costituivano la comunità del monastero di di Tibhirine in Algeria, veniva rapito da terroristi islamici.

Il 21 maggio venne annunciata la loro uccisione: furono ritrovate le teste dei monaci, i corpi non vennero mai ritrovati. La tragica storia è stata raccontata in un film che ha avuto grandi plausi di critica e di pubblico, “Uomini di Dio”, usciti nei cinema nel 2010. Nel monastero oggi c’è un solo monaco, troppo pericoloso tornare a popolarlo. Il monaco era uno dei nove di allora, padre Jean-Marie Lasausse, il giardiniere del convento. Proprio in questi gironi ha pubblicato il libro delle sue memorie, “Il giardiniere di Tibhirine”. Il fate racconta di come ancora oggi in Algeria ci sia un legame profondo tra lui, cristiano, e la popolazione musulmana. La popolazione musulmana, ha spiegato in un incontro di presentazione del suo libro a Milano, riconosce ancora oggi l’affetto che li legava a quei monaci.



Del film che racconta la storia dei suoi confratelli, il frate dice che in Algeria c’è stato un totale silenzio stampa, nessuno ha avuto il coraggio di parlarne, mentre in tutti i paesi francofoni è stato molto ben accolto. Oggi il monastero rimane un punto di incontro importante per assicurare aiuti agricoli alla popolazione che in Algeria vive una grande crisi.



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