In Giappone, a 15 giorni dal terribile Tsunami che ha spezzato migliaia di vite e distrutto una grande area del paese, la situazione negli impianti nucleari di Fukushima rimane molto seria. Le autorità giapponesi hanno ordinato nella giornata di domenica l’immediata evacuazione dell’edificio delle turbine del reattore 2 della centrale dopo aver verificato un improvviso aumento della radioattività nell’acqua dei circuiti di raffreddamento. La situazione è complessa e le informazioni si rincorrono. La fonte di notizie internazionale attendibile e riconosciuta è quella della IAEA (International Atomic Energy Agency) che da Vienna sta monitorando costantemente l’evolversi della situazione. Analizziamola brevemente. Il ripristino dell’energia elettrica consente da qualche giorno il funzionamento delle sale di controllo e l’alimentazione delle enormi pompe necessarie ai circuiti di raffreddamento dei contenitori (vessel), le cui temperature stanno lentamente scendendo (si misuravano 140°C nell’Unità 1, mentre è già scesa sotto i 100 per le altre).
Dalle quattro centrali continua comunque ad uscire del fumo bianco. Come noto i reattori 5 e 6, quelli di più recente costruzione, non hanno dato alcun tipo di problema. Il riavvio dell’elettricità ha consentito di iniziare le attività anche nelle parti di impianto contigue ai reattori, in particolare nella sala macchine dove sono ospitate le turbine e i condensatori. Oltre 500 uomini della manutenzione da sabato hanno iniziato a intervenire, eliminando l’acqua accumulata al fine di riportare al funzionamento quelle parti che servono a smaltire il vapore rimasto in circolazione e consentire lo smaltimento del calore anche in quelle zone.
Ricordiamo che stiamo parlando di una centrale di dimensioni enormi, con una potenza installata di 4500 MW (una normale centrale a gas italiana ha una potenza pari a circa un decimo). Nel secondo impianto, proprio in quella parte di impianto destinata al raffreddamento, è stato constatato un improvviso incremento del livello di radioattività dell’acqua in un circuito. La Tepco, operatore proprietario e gestore della centrale, ha riferito che le radiazioni misurate all’interno dell’impianto hanno superato i mille millisievert/ora, mentre i livelli considerati sicuri sono 250 millisievert/anno (mille millisievert/ora sono sufficienti a provocare emorragie, secondo l’Envinromental Protection Agency (EPA) americana). Tutti i tecnici sono stati subito allontanati.
Allo stesso tempo, alcune analisi effettuate dalla NISA (Agenzia Giapponese per la sicurezza nucleare) hanno verificato un aumento dei livelli di cesio nei più vicini dintorni del reattore: esiste un’elevata probabilità che le sostanze radioattive, che sono prodotte nei processi di fissione nucleare, provengano dal reattore stesso. Ma siccome i valori della pressione all’interno del nocciolo continuano a essere elevati, è probabile che il contenitore del nocciolo sia intatto.
Si ipotizza che le perdite possano venire dalla “camera di soppressione”, che ha il compito di contenere l’acqua e il vapore che provengono dal nocciolo del reattore. Le autorità giapponesi affermano allo stesso tempo che al di fuori della zona di evacuazione (venti chilometri intorno alla centrali) i livelli di radioattività nell’aria sono entro la norma.
Nel frattempo, sempre secondo l’autorevole sito della IAEA, il livello delle radiazioni, nelle zone limitrofe, prosegue nella discesa. Le misure riportate riguardano per ora i radionuclidi più ovvi (Cesio 137 e Iodio 131). Il sito IAEA riporta anche i dati in 45 distretti del Giappone e per una distanza di 30 km sul mare dalla costa. La rilevazione sugli ortaggi e gli alimenti non desta ulteriore preoccupazione: rimane per ora quella degli spinaci registrata il 24 scorso nella prefettura di Tochigi. Nei prossimi giorni, una descrizione qualitativa dei radionuclidi presenti permetterebbe importanti stime per gli aspetti di natura più strettamente protezionistica, per la proiezione dell’esposizione, anche a distanza, alle conseguenze dell’evento.
Nel frattempo è la Tepco che è sotto i riflettori per le modalità con cui può avere commesso alcuni errori. Sul suo sito web, con modalità tipicamente giapponesi, da qualche giorno la società ha espresso le profonde scuse per gli incidenti e “le perdite di sostanze radioattive che coinvolgono la popolazione che vive nelle zone limitrofe”. La Tepco (Tokio Electric Power) è per dimensioni la terza impresa al mondo. Gestisce ogni tipo di impianto e fornisce elettricità a oltre metà del paese.
Le Agenzie di Sicurezza Nucleari Internazionali sono caute e prudenti nell’esprimere giudizi sui comportamenti del colosso giapponese, sia nella fase di manutenzione degli ultimi anni che per le modalità con cui è stata affrontata la grave emergenza. Anche la Comunità europea, nel raduno di venerdì scorso dedicato al tema nucleare, dice di attendere ogni necessaria informazione per comprendere l’accaduto ed informare in modo completo e trasparente la popolazione.