E’ in atto la controffensiva dei fedeli di Gheddafi. Secondo la tv di Stato libica la città di Zawiyah sarebbe stata ripresa dai governativi. Le milizie di Gheddafi hanno attaccato folli inermi e senza armi causando almeno 50 morti. Gli arei militari hanno invece bombardato a più riprese le città di Brega e Ajdabiyah all’est e Misurata all’ovest, città controllate dai ribelli.



Le ultime notizie riportano poi di alcuni scontri a Tripoli, dove dimostranti sono scesi in strada mentre la centrale piazza Algeria è al momento occupata dai sostenitori di Gheddafi. L’Interpol ha intanto emesso un mandato di cattura nei confronti di Gheddafi e altri 15 esponenti del suo governo. Lo scopo del mandato è quello di facilitare l’applicazione delle sanzioni dell’ONU e l’apertura di una inchiesta della Corte penale internazionale nei suoi confronti. Abdel Jalil, il leader del Consiglio Nazionale libico, formato nei giorni scorsi dagli insorti, dei ribelli, parlando ad Al Bayda, ad est di Bengasi, ha gridato «Vittoria o morte… non ci fermeremo finché non avremo liberato questo Paese». E’ confusa la situazione riguardo ai profughi.



Si pensa che i sostenitori di Gheddafi impediscano alla gente di lasciare il paese. Lo ha detto l’Alto commissario dell’ONU per i rifugiati, Melissa Fleming: ha parlato di miliziani armati sul lato libico della frontiera aggiungendo che «il numero di persone giunte in Tunisia dalla Libia è passato dai 10mila-15mila dei giorni scorsi a soli 2mila ieri».Oggi il flusso si sarebbe del tutto interrotto. E’ intanto prevista per stasera l’inizio della missione umanitaria dell’Italia.

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