Obama minaccia Gheddafi. Allo studio un intervento Nato. Se le violenze inaccettabili in Libia continueranno, gli Stati Uniti sono pronti a inviare truppe di terra.

La situazione si fa sempre più incandescente. L’ipotesi, fino a poche ora fa smentita, sta ora prendendo piede. La Nato, per bocca del segretario generale Fogh Rasmussen, fa sapere che non si escludono rappresaglie contro il Rais: «Se le sue forze continueranno ad attaccare sistematicamente la popolazione – afferma – la comunità internazionale non può continuare a stare a guardare. E’ probabile che in questo momento, in Libia, si stiano commettendo crimini contro l’umanità». A rendere più verosimile l’ipotesi, la conferma da parte del presidente Usa Barack Obama, che comunica che gli Usa potrebbero inviare in Libia truppe di terra. Obama, dallo Studio Ovale, fa sapere che è allo studio «una vasta gamma di opzioni, tra cui quella militare». Non solo: «i collaboratori di Gheddafi risponderanno delle violenze in Libia», ha detto, a margine dell’incontro con il primo ministro australiano Julia Gillard.  



«Per un eventuale intervento in Libia – ha in ogni caso specificato il numero uno del Pentagono Robert Gates – occorre che ci sia un sostegno internazionale». L’idea, poi, di armare i ribelli, sebbene sia stata presa in considerazione, secondo il portavoce della Casa Bianca Jay Carney «sarebbe prematura. E’ solo un’opzione sul tavolo, non vanno fatti passi azzardati».



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Nel frattempo, da parte dei paesi del Golfo, arriva la richiesta alle Nazioni unite di intervenire per salvaguardare il popolo libico: Abdallah Ben Zayed, ministro degli Esteri degli Emirati, lo ha chiesto intervenendo all’apertura del vertice del consiglio di cooperazione del golfo.

 

Da tutti i paesi membri dell’Unione Europea, salvo Gran Bretagna e Danimarca, infine, è giunta la disponibilità ad accogliere i profughi provenienti dalla Libia laddove il conflitto dovesse degenerare in vera  e propria guerra civile. Lo ha reso noto Kristalina Gheorghieva, commissaria Ue per la Cooperazione internazionale, intervenendo ad una conferenza all’Università di Sofia.