Cambiano idea gli insorti che ieri sera avevano rifiutato ogni possibilità di accordo con Gheddafi in cambio delle sue dimissioni, offerte da lui stesso. Stamane invece secondo quanto comunica il canale tv Al Jazeera, avrebbero cambiato idea.

Al Jalil, presidente del consiglio nazionale libico che guida i rivoltosi, ha comunicato: “Gheddafi non sarà processato e ogni accusa contro di lui cadrà se rinuncerà al potere”. La televisione di stato organo ufficiale del colonnello smentisce qualunque proposta del genere da parte di Gheddafi ma gli insorti ribadiscono: ci ha proposto una trattativa. Se il rais lascia in cambio potremmo offrirgli l’impunità. I rivoltosi libici sembrano però divisi in due fazioni: «Confermo il fatto che abbiamo avuto contatti con un rappresentante di Gheddafi per trattare l’uscita di scena di Gheddafi – ha detto un portavoce del Consiglio, Mustafa Gheriani – abbiamo respinto l’offerta. Non tratteremo con chi ha sparso il sangue libico e continua a farlo. Perché dovremmo credergli?».



Al momento continuano i bombardamenti dell’aviazione militare contro i ribelli, specie sull’hub petrolifero di Ras Lanuf. Barack Obama intanto ha rilasciato ieri diverse dichiarazioni, «La Nato sta considerando diverse opzioni, compresa la possibilità di operazioni militari» in Libia. Deciso il no della Russia a qualunque intervento militare, così come in disaccordo sull’uso delle forze militari è il governo italiano tramite il ministro Maroni e il ministro Frattini.



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