Boati, esplosioni e raffiche di mitragliatrici pesanti sono risuonati nel pomeriggio del 31 marzo in pieno centro ad Abidjan, a indicare l’arrivo di una guerra in città. La situazione in Costa d’Avorio, dopo quattro mesi di incertezza, è orientata verso la battaglia finale.
Avsi in Costa d’Avorio è rappresentata da Carlo Maria Zorzi e dal 2008 ha in corso un programma socio educativo e di sostegno a distanza per 10.700 bambini vulnerabili con problemi legati all’HIV e all’Aids e le loro famiglie. Il progetto è in partnership con Usaid, la cooperazione americana.
Per rispondere ai bisogni immediati della popolazione che sta fuggendo da Abobo, nel distretto di Abidjan, teatro di violenti scontri, Avsi ha aperto un campo sfollati per l’accoglienza di oltre 600 persone, grazie alla disponibilità del Parroco di Saint Ambroise e la collaborazione della Caritas parrocchiale.Le Nazioni Unite stimano che abbiano lasciato la loro casa tra 200 e 300 mila persone dallo scorso 6 marzo.
A causa della situazione in continua evoluzione molte famiglie con bambini sostenuti a distanza da Avsi si stanno muovendo. Difficile per gli operatori di Avsi mantenere i contatti con tutti. Per il momento sono sospese tutte le comunicazioni relative al sostegno a distanza. Bisognerà avere pazienza. È realisticamente probabile che dei tanti bambini che si stanno muovendo con le loro famiglie in altre zone del Paese o anche verso l’esterno, di alcuni si perderà traccia. Appena le condizioni lo permetteranno verranno censiti e tutti i sostenitori in Italia verranno informati. “Il nostro personale sta svolgendo un lavoro di ricerca e di assistenza con impegno e correndo rischi” sottolinea Carlo Maria Zorzi di Avsi da Abidjan.“Attualmente è assolutamente impossibile sapere se ritorneranno e quando tutti i nostri bambini sostenuti”. Appena verranno rintracciati i fondi del sostegno a distanza saranno fondamentali per aiutarli. Avranno bisogno di tutto.



Dalla mezzanotte del 31 marzo furiosi combattimenti sono in corso a Cocody, quartiere residenziale nella parte nord di Abidjandove si trova la residenza ufficiale di Laurent Gbagbo, presidente uscente della Costa d’Avorio: le forze fedeli al suo avversario, l’ex premier Alassane Ouattara, dopo aver conquistato anche la sede della televisione di Stato hanno infatti lanciato l’assalto alla roccaforte di Gbagbo, difesa dalle unità di elite della Guardia Repubblicana e dei commando chiamati Cecos.
“La residenza di Gbagbo è sotto attacco”, ha confermato Patrick Achi, portavoce del governo parallelo nominato da Ouattara, unico candidato riconosciuto dalla comunità internazionale quale legittimo vincitore del ballottaggio presidenziale del 28 novembre scorso. Sulle agenzie online si legge che «c’è un’intensa sparatoria, stanno aprendo il fuoco in quattro o cinque direzioni diverse, arriva di continuo un sacco di gente».
Sembra infatti che i miliziani di Ouattara di ora in ora accorrano in massa ad appoggiare i compagni sul teatro di quella che potrebbe essere la battaglia finale per il potere nel Paese africano.
Ovviamente in questa crisi gli uffici di Avsi sono chiusi e il personale è stato mandato a casa per stare con la propria famiglia. Funziona invece l’ufficio di Avsi a Bouakè, dove la vita segue – almeno per il momento – un corso normale e le attività sono svolte abbastanza regolarmente.



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