Domenica un gruppo di fanatici indù, in India, nello stato di Karnataka, ha fatto irruzione in una chiesa durante la celebrazione della messa, ingiuriando i fedeli. Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza contro i cristiani.
L’India è ancora una volta teatro delle violenze contro i cristiani, perseguitati e trattati come nemici da un sodalizio che vede schierati assieme gruppi fondamentalisti indù, le autorità locali e le forze dell’ordine. A Karnataka, stato dall’India sud occidentale, si è verificata l’ennesimo sopruso domenica scorsa. Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), intervistato da AsiaNews racconta: «La polizia ha arrestato ieri quattro fedeli della “Nuova Chiesa di Dio dell’India” a Mysore, Karnataka dopo che circa 25 attivisti del Bajrang Dal hanno attaccato la chiesa mentre il servizio religioso domenicale era in corso…».
Gli estremisti hanno fatto irruzione nell’edificio e hanno «interrotto con violenza il servizio e hanno cominciato a insultare i fedeli, nella maniera più volgare». A quanto riporta Sajan K. George, l’episodio fa parte della seconda tornata di attacchi ad opera dei Bajrang. La prima era stata nell’agosto e nel settembre del 2008. L’8 aprile era stato preso di mira il convento cattolico “Stella Maris” di Ullal. 41 bambini ospitati al convento, che si occupa della loro istruzione, rischiavano di esser ricondotti a Bidar, una zona povera e rurale della diocesi di Gulbaraga.
Il vescovo di Mangalore, mons. Aloysius Paul D’Souza, racconta: «mentre i bambini stavano aspettando con suor Asha Prema che il bus arrivasse, gli attivisti del Bajrang Dal si sono radunati vicino alla fermata del bus e hanno chiamato la polizia, che è arrivata e ha portato l’autobus e i bambini alla Remand home, a Bondel, dove i piccoli, terrorizzati sono stati trattenuti alcune ore». In seguito 50 agenti, che per ore hanno accerchiato il convento, hanno capito che la struttura aveva tutti i documenti in ordine.
«Ma le intimidazioni, gli attacchi e le minacce continuano». Non solo: «Gli altri attacchi – continua Sajan K. George – sono stati contro Ashraya, un fondo caritatevole di servizi sociali per i giovani guidato da Lancelot Pinto, e contro una sala di preghiera-ostello, Ebenezer, diretto dal pastore Joy a Haleyangady; un altro attacco è stato scatenato da false accuse di conversione da parte dei proprietari di un catering, Jillus». Scopo comune, gettare fango sui cristiani e screditare le loro opere di carità. Secondo mons. D’Souza: «Il Bajrang Dal, senza alcun motivo o ragione attacca noi e le nostre istituzioni e cerca di screditare le nostre opere buone. Sembra quasi che godano della protezione delle autorità, e così sono senza freni e imbaldanziti nella loro campagna malvagia contro i nostri servizi per i poveri e i marginalizzati e per i settori più disprezzati della società».