Il premier Berlusconi ha riferito che l’Italia non parteciperà ai bombardamenti e che non è esclusa la riduzione dei nostri contingenti nelle missioni estere per far fronte all’emergenza immigrazione.

L’Italia respinge le pressioni e fa sapere che non effettuerà raid aerei in Libia. E’ stato il premier Berlusconi a spiegarlo nel corso del Consiglio dei ministri, sottolineando che «facciamo già abbastanza». Nessuna marcia indietro, in ogni caso, ma un dispiegamento di forze e risorse «in linea con la risoluzione Onu». Berlusconi, poi, ha precisato che «Considerata la nostra posizione geografica ed il nostro passato coloniale, non sarebbe comprensibile un maggiore impegno». La nostra posizione, che consiste nel dar «massimo appoggio con le sue basi» ma nessun impegno bellico, «è stata capita e apprezzata dagli alleati».



Il capo del governo ha anche ipotizzato la riduzione dei nostri contingenti impegnati nella missioni militari all’estero, in ragione della necessità di essere in grado di disporre del maggio numero di risorse per far fronte all’emergenza immigrazione e sottolineando l’enorme onere economico che tali missioni per noi rappresentano.



Intanto, in un intervento congiunto pubblicato sull’International Herald Tribune, su Le Figaro e sul Times di Londra, il presidente Usa Barack Obama, il premier britannico David Cameron e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno scritto che lasciare che Gheddafi continui a governare la Libia «sarebbe un tradimento inconcepibile». Secondo i tre leader, «fino a quando Gheddafi resterà al potere, la Nato e i suoi partner di coalizione devono proseguire le loro operazioni in modo da proteggere i civili e aumentare la pressione sul regime»