Cuba modello Cina. Il congresso del partito comunista approva una svolta che diventa epocale: le riforme economiche. Cosa vuol dire esattamente? Il documento stilato dal congresso mette dapprima le mani bene in avanti, sottolineando che il socialismo resta l’unico punto fondamentale, anzi l’unica cosa che possa vincere le difficoltà.



Ciò nonostante, viene approvato il riconoscimento all’ingresso di investimenti stranieri, cooperative, lavoratori autonomi. «La politica economica del partito seguirà il principio che solo il socialismo può vincere le difficoltà e preservare le conquiste della rivoluzione e che nell’aggiornamento del modello economico predominerà la pianificazione, la quale terrà conto delle tendenze di mercato» è la dichiarazione di apertura. Nei fatti, si cercherà di seguire il modello cinese, dove a un sempre rigidissimo controllo politico nella vita civile da parte del partito comunista, l’economia di fatto è diventata di pura matrice capitalista. Nel quadro delle riforme, poi il taglio di lavoratori statali, l’eliminazione graduale del libretto di razionamento e l’ampliamento dell’iniziativa privata. Al momento, sono già state concesse 171mila licenze per l’apertura di piccole imprese private. Entro il 2018 quasi due milioni di cubani dovrebbero essere impegnati nel settore privato. L’altra notizia di spicco relativamente alla nuova Cuba, è che Fidel castro, malato dal 2006, lascia il suo ruolo di segretario del partito comunista cubano.



Al suo posto il fratello Raul Castro. «Raul sapeva che non avrei accettato un ruolo formale; mi ha sempre chiamato Primo segretario e Comandante in capo, funzioni che delegai quando mi ammalai gravemente. Non ho mai cercato di esercitarle, neanche quando recuperai le capacità di analizzare e scrivere. Credo di aver ricevuto sufficienti onori. Mai ho pensato di vivere così tanti anni; i nemici hanno fatto il possibile per impedirlo, hanno cercato di eliminarmi innumerevoli volte e spesso ho “collaborato” con loro» ha commentato il vecchio e malato Fidel.