E’ un venerdì di sangue in Siria. Migliaia di persone sono scese per le strade a manifestare, nonostante ieri il presidente Assad avesse firmato il decreto per l’abolizione dello stato di emergenza. Migliaia di persone manifestano in diverse località, a Qamishli, a Daraa e Banias. Secondo Al Jazeera e la Bbc ci sarebbero almeno 40 persone uccise tra i manifestati. Secondo l’attivista Aumran, che ha comunicato attraverso Twitter, sarebbero 45 i manifestanti uccisi. Si manifesta nelle località curde al confine con Turchia e Iraq, come Qamishli e Amuda, si manifesta a Daraa, nel sud del paese, dove da oltre un mese si scende in piazza contro il regime degli Assad. Ci sarebbero diecimila persone a Hama a nord di Damasco, dove nel 1982 venne repressa nel sangue la rivolta die Fratelli Musulmani. Migliaia di persone infine davanti alla moschea di Qamishli. Tutti i manifestanti chiedono riforme e le dimissioni di Assad. Le forze di sicurezza del governo hanno sparato contro i manifestati. I quali hanno chiamar questa giornata di sangue “il venerdì santo della protesta”.



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