Un regime cruento e spietato, che calpesta la vita degli uomini come fossero insetti per garantirsi la preservazione del potere; se rimanevano dei dubbi che fosse così, un video postato su internet li spazza via in un sol colpo.

E’ il 22 aprile. La folla si aggira per le strade di Damasco manifestando contro il despota Assad e il suo entourage. Centinaia di persone sfilano in corteo disarmate. Sui tetti, nei palazzi circostanti, ci sono dei cecchini. Ad un certo punto iniziano a sparare sulla folla. Sparano su chiunque, per decine di interminabili secondi. Alcuni tentano di fuggire, in preda al panico. Altri si gettano a terra, c’è chi tenta di ripararsi dietro un cassonetto dell’immondizia. Qualcuno, rimasto in piedi, viene colpito. Non appena i carnefici cessano il fuoco, chi si è salvato tenta di portare in salvo chi è rimasto ferito, caricandolo sulle automobili a disposizione. I proiettili hanno centrato alcuni al corpo, altri al volto. Ferite gravissime, corpi che grondano sangue. E per mostrare il sangue di un ferito rimasto sul proprio, mentre lo stava soccorrendo, un uomo si mette a torso nudo in mezzo alla strada, con le braccia sollevate. Un gesto per urlare in faccia al regime la sua stessa ferocia. I cecchini  riprendono a sparare. Venerdì, il regime ha represso le manifestazioni nel sangue, uccidendo, in tutta la Siria, 112 persone.



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