Una telefonata del capo del Governo italiano, ieri, al presidente degli Stati Uniti. Per informarlo che anche l’Italia parteciperà a bombardamenti mirati sulle truppe del Colonello Gheddafi. Il grande apprezzamento di Barack Obama per la decisione italiana.

Per i due leader, è necessaria una pressione supplementare per rafforzare la missione di proteggere i civili. Il 15 aprile scorso, durante una seduta del consiglio dei ministri, Berlusconi aveva escluso la possibilità che il nostro Paese intervenisse direttamente nel conflitto con l’uso di aerei e di bombardamenti. Il ministro La Russa spiega oggi che il governo ha deciso di cambiare atteggiamento perché a Misurata la situazione è terribile. La Russa comunica che il presidente della Repubblica era stato avvertito della decisione prima che essa venisse resa pubblica. Si tratta comunque di una richiesta arrivata direttamente dalla Nato al nostro governo. A cui si è risposto in questo modo: «Sì ad azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati per proteggere la popolazione civile libica, nei limiti delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu e in assoluta coerenza con quanto autorizzato dal Parlamento». Ma non tutti nel governo sono d’accordo. Il ministro Calderoli si è dichiarato decisamente contrario  ai bombardamenti in Libia: «Resto contrario a qualunque intervento in Libia. Abbiamo già fatto abbastanza mettendo a disposizione le basi, l’appoggio logistico e il pattugliamento anti-radar. Personalmente non avrei dato neanche questa disponibilità se non in cambio di un concreto concorso degli alleati al respingimento dei clandestini e alla condivisione dei profughi».



Anche altri esponenti della Lega sono sulla linea di Calderoli, ma anche Carlo Giovanardi che considera l’intervento in Libia completamente sbagliato con presupposti infondati. Una logica assurda, dice Giovanardi: avremmo più motivi per bombardare la Siria che la Libia. L’opposizione definisce l’atteggiamento del governo menzognero, in quanto aveva in precedenza detto altro rispetto alla decisione di ieri sera. E’ intervenuto anche il vicario di Tripoli, monsignor Martinelli, definendo la decisione italiana “una scelta rovinosa”.



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