La Libia, ufficialmente almeno ancora per quanto durerà il regime imposto dal Colonello Gheddafi con il colpo di stato del 1969, è una repubblica socialista. Esattamente la “Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista”. Di fatto, pochi sanno che la Libia è una delle nazioni più frammentate e divise al suo interno di qualunque altro paese arabo. Oltre alla zona della Cirenaica, che per certi versi è più vicina all’Egitto come popolazione e formazione storica, nel territorio contenuto dentro gli attuali confini libici vivono la bellezza di 140 tra tribù e clan. I libici sono principalmente arabi, berberi e tuareg. Limitati gruppi tribali Hausa e Tebu nel sud della Libia conducono vita nomadica o seminomadica. E sono proprio queste tribù quelle che stanno creando i problemi maggiori al regime di Gheddafi sin dall’inizio della rivolta. Furono tre di queste tribù, infatti, quelle dei Maghariba, dei Warfalla e degli Zintan, a rivoltarsi sin da subito contro Gheddafi. Adesso, dei 140 gruppi tribali, ben 61 hanno firmato un accordo unitario. Concordi nel chiedere la cacciata di Gheddafi. Il manifesto delle tribù è stato pubblicato sul sito ufficiale dello scrittore francese Bernard-Henri Levy. In esso, fra le altre cose, i capi tribù dicono: «Condividiamo gli stessi ideali di una Libia libera, democratica e unita. Di fronte alle minacce che gravano sull’unità del Paese e di fronte alle manovre e alla propaganda del dittatore e della sua famiglia, dichiariamo solennemente: nulla ci dividerà». In realtà, anche all’interno delle 61 tribù firmatarie sussistono delle divisioni su questo documenta. Ma secondo Levy, sorta di portavoce ufficioso dei ribelli libici, parecchie di esse hanno aderito al 100% al documento. E soprattutto le 61 tribù sono equamente divise in tutto il territorio libico. In modo significativo, ha firmato anche Khalifa Saleh Al Kadhafi, tra i capi della tribù da cui proviene lo stesso Gheddafi, così come Mouftah Matouk Al Werfali, capo della tribù dei Warfallas, tra le più grande del paese.



E in modo altrettanto significativo, nel testo appare questo passaggio: “Noi libici formiamo una sola tribù, la tribù dei libici liberi, in lotta contro l’oppressione e la divisione”. Il sito della rivista La regle du Jeu, diretta da Levy, commenta che questo testo dei capi tribù “si colloca contro il pregiudizio di una Tripolitania, e in misura inferiore di una Fezzan, che restano i bastioni, di fronte alla Cirenaica ribelle, di un gheddafismo ancora potente”.



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