Il capo del governo accompagnato dal ministro degli interni si è recato ieri a Tunisi per cercare un accordo con il governo provvisorio del paese nord africano.

L’incontro si è tenuto con il premier Beji Kaid Essebsi ma non è stato trovato un accordo sul continuo arrivo in Italia di profughi tunisini. C’è la volontà, come dichiarano i due governi, di trovare delle soluzioni, ma quali esse siano non è ancora stato definito. Nel tentativo di trovare tale intesa, il ministro Maroni ha lasciato a Tunisi una commissione tecnica che continua a lavorare con colleghi tunisini. Maroni dovrebbe tornare a Tunisi domani per verificare il lavoro svolto. E’ intanto intervenuta l’Unione europea, che ha comunicato che se il flusso di profughi dovesse continuare, si attiverà la direttiva che concede asilo per tutti per il tempo di almeno un anno “nel territorio degli stati membri dell’unione”. Intanto proseguono gli sbarchi. Ieri sono giunti altri 800 immigrati. Il ministro Frattini dichiara però perplessità sulla dichiarazione dell’UE: sarebbe come offrire loro un permesso di arrivo illimitato, ha detto.



A Lampedusa dunque nonostante i profughi portati sul continente continua l’emergenza perché gli arrivi non si fermano. Ieri si sono verificati i primi sbarchi anche in Sardegna e nell’isola di Pantelleria. Tensioni e problemi intanto nelle prime tendopoli. Alcuni profughi ospitati a Palazzo San Gervasio a Potenza hanno cominciato lo sciopero della fame, mentre alcuni hanno tentato la fuga dalla tendopoli di Santa Mari Capua Venere.



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