La Nato fa marcia indietro e chiede scusa per i civili uccisi durante il raid a Brega. Gli  ospedali della  Lombardia, intanto, si preparano a curare 25 libici feriti.

Dietrofront della Nato che, alla fine, ci ripensa e chiede scusa per le vittime tra i civili causate durante un raid su Brega. In mattinata, il vicecomandante della missione Unified Protector condotta dall’Alleanza atlantica, l’ammiraglio Russell Harding, aveva dichiarato: «Non voglio chiedere scusa per le morti di civili per due motivi: primo perché vedendoli dall’alto non possiamo identificare di che natura siano i mezzi e secondo perché vedendo quei veicoli che si spostavano avanti e indietro potevamo presupporre che fossero di forze leali al colonnello Gheddafi».



Adesso, dal segretario generale Nato in persona, Anders Fogh Rasmussen, giungono le scuse: «E’ stato uno sciagurato incidente – ha detto -, mi dispiace moltissimo per i morti».  Nel frattempo, in Italia, la Regione Lombardia risponde positivamente alla richiesta ufficiale del ministro degli Esteri Franco Frattino al governatore Formigoni, di prendersi in cura alcuni libici rimasti feriti.



A Milano, in tarda serata, è previsto l’arrivo di un aereo C130 da Bengasi con 25 persone a porto. Si tratta di cittadini libici che hanno riportato gravi ferite, ustioni o fratture. Il Niguarda riceverà 5 feriti tra cui 4 ustionati; riceveranno due feriti ciascuno il San Paolo, il San Carlo, il Fatebenefratelli, il Policlinico, l’Humanitas e il San Raffaele. Sono in arrivo 4 libici, infine, agli Ospedali Riuniti di Bergamo e altrettanti al San Gerardo di Monza.

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