Tre persone tra cui – ma non è ancora dato di saperlo – ci dovrebbe essere anche Gheddafi. Tre nomi per i quali il Procuratore della Corte penale internazionale, Luis Moreno Ocampo, si accinge, lunedì 16 maggio, a chiedere che venga spiccato un mandato di arresto. Si tratta dei tre «che sembrano avere la responsabilità maggiore» per i crimini contro l’umanità commessi nel corso delle rappresaglie in Libia contro la popolazione civile. Ocampo aveva annunciato il 3 marzo l’apertura di una inchiesta per crimini contro l’umanità in Libia. Erano otto le persone prese in considerazione, tra cui Gheddafi e tre dei suoi figli. «Il 16 maggio 2011, l’ufficio del procuratore chiederà alla camera preliminare della Cpi di emanare i mandati di arresto contro tre persone che sembrano avere una grande responsabilità per i crimini contro l’umanità commessi in Libia dopo il 15 febbraio», ha riferito l’ufficio del procuratore. «I giudici – continua il comunicato – possono decidere di accettare la richiesta, di rigettarla o di chiedere delle informazioni supplementari» all’ufficio del Procuratore stesso. Nel frattempo, di Gheddafi si è persa traccia dal 30 aprile, al di là di un video mostrato dalla tv di stato ieri, in cui il Colonnello appare con alcuni capi tribù, ma di cui non è comprovata l’autenticità; il 30 aprile, un raid della Nato ha colpito il suo bunker, ma è giallo sulle sue sorti.
Sul’ipotesi del mandato di cattura, si è espresso anche il ministro degli Esteri Franco Frattini: «Sul termine della missione in Libia – ha detto – c’è un momento chiave: alla fine di questo mese, con tutta probabilità, l’Aja emetterà un ordine di arresto a carico di Gheddafi e di altri esponenti del regime, forse anche alcuni suoi familiari. Da quel momento non sarà più immaginabile un’uscita di scena del Colonnello dal Paese». Secondo il titolare della Farnesina, «tutta la comunità internazionale avrebbe obblighi giuridici e non militari per perseguire Gheddafi, come si è fatto per Milosevic, Mladic e col presidente del Sudan».