Lo scopo del Pentagono, rivela la Difesa Usa stessa, non era la cattura di Osama Bin Laden, ma la sua uccisione. Il test del Dna conferma: lo sceicco del terrore è morto.
L’America è in festa. Bin Laden è stato ucciso. Quando ieri sera il presidente Obama ne ha dato l’annuncio, la folla si è riversata spontaneamente in strada, riempiendo Ground Zero, la piazza dove un tempo sorgevano le Torri Gemelle distrutte dall’attentato terroristico più imponente della storia, opera dello sceicco freddato ieri sera. A ucciderlo sono state le forze speciali Usa – un’unità di 14 Navy Seals, le forze speciali d’elite della marina militare americana – che hanno agito di concerto con l’intelligence pakistana. L’operazione, effettuata nella città di Abbottabad, poco distante dalla capitale Islamabad, sarebbe durata solo 15 minuti. «Giustizia è stata fatta», ha commentato Obama. Del resto, rivela il Pentagono che l’obiettivo era proprio quello di far fuori Bin Laden. Pare che l’ordine non fosse quello di prenderlo “vivo o morto”, ma “morto”. Scopo della missione, quindi, non era la sua cattura, ma la sua uccisione. Una fonte del Pentagono sentita dalla Cnn rivela che la missione era una “kill operation”.
«Dovevano uccidere Bin Laden e andarsene. Non avevano alcun interesse a prenderlo vivo». La Difesa Usa, inoltre, fa sapere anche che, sull’identità del cadavere, non vi è alcun dubbio. Sul suo corpo è stato eseguito l’esame del Dna. I test confermano che si tratta della mente dell’attentato dell’11 settembre al 99,9%.