L’attentato kamikaze all’ospedale militare di Kabul ha ora una rivendicazione ufficiale. E’ arrivata da parte del portavoce dei talebani afghani Zabiullah Mujahid che ha spiegato i motivi che hanno spinto due attentatori suicidi a sfondare la recinzione di protezione armati di fucili automatici e imbottiti di esplosivo per seminare morte e distruzione nell’ospedale militare di Kabul. Sono stati sei i morti nell’esplosione – secondo quanto riferito dall’agenzia della Difesa Afghana, che ha poco dopo mezzogiorno ritoccato al rialzo un bilancio iniziale che parlava di tre morti. Nettamente diversa la versione fornita dal portavoce talebano, ma in questo caso la possibilità di un ingigantimento degli effetti dell’attentato kamikaze, come la descrizione epica del suo svolgimento, potrebbero essere solo il frutto di un tentativo di massimizzare la propaganda jiadista nel paese.



La vicenda era apparsa subito chiara e dai contorni inquietanti anche se in un primo momento il portavoce della polizia, Hasmat Zatanikzai, aveva parlato genericamente di una esplosione all’interno dell’ospedale, per cui si davano per certi danni e vittime, ma sulla cui natura è stato necessario indagare alcune ora. Presto però sono arrivate le conferme di quello che è l’ennesimo attentato kamikaze effettuato nel paese. La frequenza degli attacchi, sia per quanto percepito dall’opinione pubblica occidentale, che nella realtà dei fatti è decisamente aumentata all’indomani dell’annuncio dell’uccisione di Osama Bin Laden da parte degli Stati Uniti d’America.



Il bilancio ad ogni modo poteva essere decisamente più pesante se si pensa che il Charsad Bestar Hospital di Kabul è un ospedale da 400 posti letto e negli ultimi tempi aveva cominciato ad assistere anche molti talebani. Il livello di allerta attorno alla struttura è sempre stato molto alto proprio per il timore – oggi verificatosi – di attacchi kamikaze da parte di terroristi islamici.

Secondo il portavoce dei talebani, comunque, sia la dinamica che le conseguenze dell’attacco kamikaze sarebbero notevolmente diverse dalla versione ufficiale.

Di sicuro c’è che gli attentatori sono riusciti a penetrare ben al di dentro della zona verde che protegge i luoghi più strategici di Kabul, compresa l’ambasciata americana e le altre ambasciate straniere, da cui l’ospedale dista solo poche centinaia di metri in linea d’aria.



Per Zabihullah Mujahid, infatti i morti non sarebbero stati soltanto sei ma ben oltre i cinquanta e tutti dipendenti dell’ospedale. Non è invece stato precisato il numero dei feriti.

Secondo il portavoce talebano l’attacco sarebbe come di consueto stato effettuato in due fasi. La prima in cui il primo attentatore talebano si è fatto esplodere poco dopo l’ingresso nell’ospedale, la seconda con il secondo guerrigliero che prima di premere il detonatore avrebbe lottato per quasi due ore contro le forze di sicurezza all’interno dell’ospedale.

L’obiettivo dichiarato dei terroristi era colpire gli addestratori stranieri e i medici afghani che lavorano per loro.