E’ stato ucciso, in Libano, un soldato italiano. Altri 4, sempre italiani, sono rimasti feriti. Uno di loro si trova in condizioni gravissime. Presenti nel Paese con la missione Unifil delle Nazioni unite, si trovavano su un mezzo blindato quando sono stati investiti da un’esplosione. Un ordigno è stato fatto scoppiare al loro passaggio. L’episodio è avvenuto a circa 40 km a sud di Beirut, nei pressi del fiume, Awwali mentre il veicolo sul quale viaggiavano era diretto a Sidone. In precedenza la tv satellitare Al Arabya aveva riferito che erano due i soldati che avevano perso la vita. Un portavoce della missione ha detto espressamente che si tratta di un attentato. L’ordigno è deflagrato nel giorno in cui l’Onu celebra i propri peacekeeper defunti in missione nel mondo. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha espresso «dolore» e «profondo cordoglio». Poi, ha riferito che «l’Italia è vicina ai suoi militari» impegnati nella missione Unifil ai quali «dobbiamo un contributo decisivo alla stabilità in una delle aree più sensibili della regione mediorientale». Rivolgendosi ai familiari, ha espresso la «vicinanza più sincera e la commossa ammirazione verso chi ha dato la vita per onorare il proprio Paese in una missione di pace», e ha augurato «pronta guarigione ai feriti». La missione nella quale il militare ha perso la vita vede l’Italia in prima linea con un contingente militare costituito, complessivamente, considerata anche la componente navale, da 1.780 uomini.
Operazione “Leonte” è la sua denominazione in ambito internazionale. Il generale di Brigata Gualtiero Mario De Cicco guida la Brigata Meccanizzata “Aosta”, che ha sostituto il 9 maggio la Brigata Pozzuolo del Friuli. Compito delle forze italiane e la stabilizzazione e la messa in sicurezza di un’area compresa tra il fiume Litani e la “Blue Line” oltre che la prevenzione di ogni ipotesi di ripresa del conflitto, deflagrato nel 2006, delle forze in campo.