«E’ una vittoria straordinaria della politica estera degli Stati Uniti. L’entusiasmo con cui gli americani sono scesi in strada a festeggiare è naturale, molti di loro hanno avuto un amico o un parente morto combattendo in Afghanistan, e il ricordo delle vittime dell’11 settembre è ancora vivo». Joseph R. Wood, Senior Resident Fellow del German Marshal Fund ed ex assistente del vicepresidente repubblicano, Dick Cheney, commenta così la morte di Osama Bin Laden, ucciso domenica nel suo covo-fortezza ad Abbottabad in Pakistan.
Wood, perché il cadavere di Bin Laden è stato sepolto nel mare in tutta fretta? Forse il presidente Obama voleva nascondere qualcosa?
No, io sono convinto che il rapporto ufficiale fornito sulla morte di Bin Laden sia veritiero. Gli Stati Uniti non avrebbero mai dato una notizia simile, se non fossero stati assolutamente certi del fatto che questa morte era quella di Bin Laden. Presumo quindi che sia stato sepolto in mare da qualcuno che pensava fosse in accordo con la pratica islamica. Ipotizzo inoltre che sia stato sepolto abbastanza in fretta per evitare la possibilità che i suoi sostenitori si raccogliessero dove c’era il suo cadavere, e per rendere chiaro che la storia di Bin Laden è finita una volta per tutte.
Ma perché è stato ucciso proprio ora, con la popolarità del presidente Obama in calo vertiginoso?
Gli Stati Uniti hanno raggiunto Bin Laden il più rapidamente che hanno potuto. Questo ha richiesto uno sforzo enorme, quasi dieci anni dall’11 settembre, anche se in realtà lo sforzo americano per cancellare Al Qaeda era iniziato già prima dell’11 settembre. Non si è scelto quindi questo momento, ma appena tutte le informazioni necessarie per l’operazione sono diventate disponibili, le forze americane hanno subito cercato di trovarlo e di prenderlo, e nel corso dell’operazione è morto.
Si aspettava che la gente negli Usa festeggiasse con tanto entusiasmo?
Penso che ce lo potevamo aspettare, dopo tutti i soldati americani rimasti uccisi nel corso delle operazioni in Afghanistan. Molte persone hanno perso familiari e amici nei combattimenti. Questa quindi è una reazione normale e naturale, da parte di persone che celebrano quella che percepiscono come una vittoria militare. Le persone sono infatti convinte che questa sia una vittoria militare degli Stati Uniti, ed è per questo che stanno manifestando. Inoltre in tutto il Paese è ancora molto vivo il ricordo delle vittime dell’11 settembre 2001, e degli effetti che l’attentato provocò negli Stati Uniti.
La strategia Usa della lotta al terrorismo cambierà in modo significativo?
Non penso che la strategia americana cambierà di molto. Come ha sottolineato il presidente Obama, Al Qaeda rimarrà una minaccia, continuerà a cercare di attaccare obiettivi in Europa e Stati Uniti, continuando a usare posti come Yemen, Sudan, Pakistan per pianificare i suoi attentati e trovare risorse per portarli a termine. E quindi la strategia anti-terroristica degli Stati Uniti rimarrà sostanzialmente la stessa. Anche se resta il fatto che la morte di Bin Laden è una vittoria significativa ed enorme sul piano della politica estera.
Di chi è il merito dell’uccisione di Bin Laden?
Certamente il presidente Obama ha intensificato gli sforzi per trovare Bin Laden, e quindi ha i suoi meriti. Mentre il merito della precedente amministrazione è stato quello di avere indebolito Bin Laden e Al Qaeda e averli costretti in una posizione dalla quale la loro strategia non era più così efficaci come in precedenza. E’ stato quindi uno sforzo molto prolungato nel tempo, che non si è limitato al mandato dell’attuale amministrazione.
Obama però ha avuto successo. Con questa mossa si è garantito la rielezione?
Certamente il presidente Obama si prenderà il merito di questa lunga ricerca per catturare Bin Laden, e del fatto di averla portata a termine con successo. D’altra parte, in questo momento gli americani sono molto più preoccupati per altri problemi, in primo luogo l’economia. Mentre dopo l’11 settembre non si sono verificati attentati terroristici nel territorio Usa, se non alcuni tentativi falliti. Potrebbe quindi non esserci un effetto immediato.
E’ anche una vittoria militare dell’esercito Usa?
Qualcuno negli Stati Uniti lo sentirà come un progresso in Afghanistan, anche se l’uccisione di Bin Laden è avvenuta in Pakistan e sosterrà che ora dobbiamo andarcene più alla svelta dal Paese, perché abbiamo ottenuto quello che era il nostro obiettivo. Qualcun altro, invece, dirà che questo fa crescere le nostre opportunità di avere successo e di evitare che l’Afghanistan torni ad essere un rifugio per terroristi, e che quindi dobbiamo continuare la guerra. Si tratta perciò di una questione che può essere osservata da due punti di vista opposti. L’uccisione di Bin Laden non farà sì che i talebani si arrendano, ma d’altra parte rafforzerà l’immagine dell’esercito americano tra la popolazione afghana.
Quali saranno invece le conseguenze per i cristiani in Pakistan e negli altri Paesi musulmani?
Non so se al Qaeda o gli altri estremisti islamici cercheranno di vendicarsi sui cristiani che vivono nei Paesi a maggioranza islamica. Ma di sicuro in passato gli estremisti islamici non hanno mai avuto bisogno di una motivazione ragionevole per attaccare i cristiani. Spero quindi che in questo caso non avvenga lo stesso, ma rimane certamente questa possibilità.
Quali saranno le conseguenze nel Medio Oriente?
Non saranno straordinarie, e dipenderanno da una serie di variabili. In primo luogo, se Al Qaeda deciderà o meno di rispondere attaccando i civili. Inoltre, se gli estremisti islamici di Al Qaeda e di altre organizzazioni scompariranno, o se la situazione li porterà ad aumentare. A condizionare le agitazioni nel Medio Oriente e negli altri Paesi dell’Asia sarà soprattutto quanto Al Qaeda è forte in ciascuno Stato. Nei luoghi dove Al Qaeda ha una presenza significativa, a maggior ragione l’uccisione di Bin Laden è una sconfitta importante.
Cioè in quali Paesi?
Penso che questo sia un colpo per Al Qaeda, ovunque ci si trovi. Se Al Qaeda ha un altro leader, organizzerà manifestazioni e si vendicherà per dimostrare di essere ancora forte e capace di uccidere in Europa e negli Stati Uniti. Non penso però che le conseguenze saranno immediate. Tuttavia, l’uccisione di Bin Laden, un personaggio senza dubbio mitico e carismatico, rappresenta comunque una vittoria significativa contro il terrorismo.
Bin Laden ultimamente aveva solo un ruolo carismatico, o guidava ancora il terrorismo internazionale?
Negli ultimi anni al Qaeda è dovuta cambiare, a causa delle pressioni esercitate dall’amministrazione di Bush e da quella di Obama. Nel corso degli anni Al Qaeda ha cercato comunque di continuare a influire su quanto stava accadendo. Ma naturalmente aveva un potere più debole, pur restando una forza terroristica con l’obiettivo di separare il più possibile il Medio Oriente dall’Occidente, e osteggiando la presenza occidentale nei Paesi islamici. Anche se lo scopo ultimo resta quello di combattere per sconfiggere l’Occidente. Un obiettivo politico che ora è stato rallentato dall’uccisione di Bin Laden.
(Pietro Vernizzi)