Osama bin Laden, un vecchio con la coperta addosso che guarda se stesso alla televisione. Il Pentagono ha diffuso cinque brevi filmati trovati nella casa rifugio del leader di Al Qaeda nel raid che ha portato alla sua morte. Sebbene il governo americano parli di un uomo attivamente a capo dell’organizzazione terroristica Al Qaeda, certe immagini danno un effetto contrario. Quello che si vede infatti in uno dei filmati è un uomo anziano, con un cappellino di lana in testa, una coperta sule spalle, quasi come un anziano di un qualche ospizio di terza categoria, con in mano un telecomando. Sta guardando se stesso, nei filmati trasmessi anni prima dalle televisioni di tutto il mondo quando lanciava messaggi di terrore e di odio. Sembra quasi un momento di nostalgia, come dire, guarda come ero giovane e potente. Adesso sono un vecchio recluso e annoiato che muore di freddo. In realtà bin Laden stava probabilmente studiano da grande esperto di pubblicità del terrore, come realizzare nuovi video propagandistici. Uno di questi infatti è intitolato “messaggio al popolo americano”. In altri video infatti lo si vede con barba e capelli tinti, vestiti eleganti da sceicco del terrore, che registra nuovi messaggi di fanatismo. I video in realtà sono senza l’audio, ma sicuramente il contenuto era quello. Per il Pentagono, il materiale complessivo sequestrato nel rifugio di Osama è il più vasto e importante su cui sia mai stato possibile mettere mano. Dimostrano altresì che bin Laden era attivamente a capo della rete terroristica e dunque aver recuperato questo materiale giustifica il raid a prescindere dal fatto che il terrorista sia stato ucciso o meno. Intanto la moglie di Osama catturata nel raid ha confessato che vil marito già nel 2003 si trovava in Pakistan, in un villaggio a pochi chilometri dalla capitale pachistana. Si trasferirono nel rifugio in cui è stato ucciso alla fine del 2005. Americani e pachistani lo avevano cercato per anni nella regione tribale al confine tra Afghanistan e Pakistan da cui invece si era allontanato quasi subito. Come è stato finalmente individuato il posto in cui si nascondeva il terrorista? Grazie a una telefonata per niente esplicita, ma interpretata dalla Cia come quella definitiva. Abu Ahmed al Kuwaiti, il corriere dello sceicco, riceve una telefonata in cui un amico gli chiede come sta e cosa stia facendo. La Cia infatti lo teneva da tempo sotto sorveglianza.



All’amico, il corriere dice di essere tornato con le persone “con cui ero prima”. Un messaggio che significava che era tornato da bin Laden. Dal suo cellulare si è arrivati al compound. Durante queste indagini, alla Cia che seguiva gli spostamenti del corriere di Osama, capitò di osservare che una volta lasciato il rifugio, questi aspettava di aver guidato per almeno novanta minuti prima di inserire nuovamente le batterie nel suo cellulare. Un altro segnale che dimostrava la presenza di una persona misteriosa in quel rifugio.



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