Preoccupazione per i non islamici residenti in Uganda. Paese a maggioranza cristiana, l’Uganda rischia di veder applicata una legge che favorirà gli islamici nei casi di giustizia, una sorta di sharia applicabile esclusivamente per loro ma con le conseguenze del caso. Si chiama “Muslims Personal Bill” e dovrebbe dare maggior potere alle corti islamiche per giudicare i musulmani in materia di matrimoni, divorzi ed eredità familiari. I cristiani si sono dichiarati contrari a tale progetto di legge, gli islamici parlano di islamofobia. I musulmani in Uganda sono il 12% della popolazione e fanno riferimento all’articolo 129 della costituzione che permette la costituzione di corti civili islamiche. Al momento, secondo la legislazione corrente, le decisioni delle corti islamiche non sono però ritenute valide dal punto di vista legale. Per i cristiani, l’articolo 129 va in collisione con l’articolo 21 sempre della costituzione che dice chiaramente che i cittadini sono tutti uguali davanti alla legge. Con la richiesta attuale, verrebbero a crearsi due istituzioni legali parallele.
L’Uganda ha vissuto negli anni passati terribili guerre civili; i cristiani, sotto la dittutura di Idi Amin hanno sofferto brutali persecuzioni. Sotto il successivo regime di Milton Abate sono stati invece gli islamici a subire persecuzioni. Attualmente con il regime in corso del presidente Mulinde la situazione è piuttosto pacifica.