La situazione in Grecia, da mesi a rischio Default, è sempre più incandescente. Oggi, mentre il Parlamento discuteva del piano di Austerity richiesto dall’Ue e dall’ Fmi in cambio di un pacchetto di aiuti, nelle strade di Atene erano in corso scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti che aderivano ad uno sciopero generale. I poliziotti hanno impiegato fumogeni e lacrimogeni, mentre i manifestanti hanno reagito con pietre e lanci di Yogurt.
Contestualmente la Bce lanciava un allarme sulla tenuta finanziaria del Paese e sui rischi legati all’eventuale ristrutturazione del debito greco. Tanto è bastato a convincere al primo ministro a proporre la formazione di un governo di unità nazionale a patto che appoggi il piano di salvataggio dell’Unione europea e dell’Fmi. Papandreou per favorire la nascita di un tale governo e le trattative ha offerto di dimettersi. E’ quanto ha riferito la tv nazionale Net tv. Pare che i Conservatori prenderanno parte al progetto unicamente nel caso in cui il salvataggio venga rinegoziato e, appunto, se il premier di dimetterà.
«Abbiamo detto al primo ministro in questa conversazione telefonica che accetteremmo un governo di larghe intese a due condizioni: che Papandreou non sia più primo ministro, e che gli obiettivi del nuovo governo comprendano la rinegoziazione dei termini del memorandum (Ue/Fmi) e del piano fiscale di medio termine», afferma una fonte di partito conservatore Nuova Democrazia.