La Corte penale internazionale dell’Aja si è espressa sul caso Gheddafi: è stato lanciato infatti il mandato di arresto internazionale. Il Procuratore della Corte, Luis Moreno Ocampo, aveva detto proprio ieri in proposito che l’arresto del leader libico era necessario per mettere fine ai crimini di guerra e contro l’umanità commessi dall’inizio del conflitto da parte delle truppe che lo sostengono. «I crimini vengono commessi ancora oggi in Libia. Per farli cessare e per proteggere i civili, Gheddafi deve essere arrestato». Nel mandato si chiede l’arresto anche del figlio Seif al Islam e del capo dei servizi segreti Senussi. L’accusa per tutti è di crimini contro l’umanità. L’arresto è valido se il colonnello dovesse recarsi in uno dei 116 Paesi che hanno firmato il trattato di Roma del 1988 con cui è stata costituita la Corte penale internazionale. Sempre nelle ultime ore, in apertura del discorso di apertura del meeting del comitato dei mediatori dell’Unione Africana tenuto a Pretoria, il presidente sudafricano Joacob Zuma aveva espresso dubbi sulla situazione della guerra in Libia, criticando l’operato della Nato. I bombardamenti dell’Alleanza atlantica, aveva detto, sono andati ben oltre quanto richiesto nella risoluzione dell’ONU che autorizzava l’uso della forza per proteggere i civili.



Nel corso di questi raid, ha aggiunto, sono state perse molte vite di civili e le infrastrutture hanno subito danni esagerati. «I cittadini libici ci chiedono di porre fine a questa carneficina e vogliono vedere una fine immediata del conflitto e l’inizio di un processo per l’amministrazione democratica». Gheddafi intanto aveva accettato di non partecipare al meeting.



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