Si è riunito questa mattina il gabinetto di sicurezza israeliano, a Gerusalemme, per valutare con quali mezzi fermare la flottiglia intenzionata a salpare a Gaza in questi giorni. E’ quanto hanno riferito fonti israeliane. Si tratta dell’iniziativa dei militanti di 22 Paesi che intendono imbarcarsi dalla Grecia su una decina di navi per portare aiuti a Gaza, nonostante l’embargo, le minacce di Israele  e le perplessità dell’Onu. «Ieri, i ministri hanno deciso di non autorizzare le navi a gettare l’ancora a Gaza, anche se saranno autorizzati a scaricare il loro carico a Ashdod (porto israeliano) o nel porto egiziano di El Arish», è quanto ha comunicato una radio locale, aggiungendo: «Se non sarà trovata alcuna arma o munizione, il carico sarà trasferito per intero a Gaza». Intanto, l’Egitto si è detto intenzionato ad accettare le navi che approderanno al porto di El Arish, a 50 chilometri ad Ovest della frontiera egiziana con Gaza. «Le nostre forze sono pronte a fermare la flottiglia e ad impedire alle imbarcazioni di raggiungere Gaza», riporta, invece, il free press israeliano Israel Hayom, considerato vicino al primo ministro Benjamin Netanyahu. Lo stesso Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, ha chiesto ai governi interessati, di «scoraggiare la flottiglia che rappresenta una potenziale pericolosa escalation.



Di diverso avviso, il quotidiano israeliano Haaretz, che ha suggerito in un editoriale di lasciar passare la flottiglia degli attivisti filo palestinesi. In ogni caso, nella Comunità internazionale, è ancora fresco il ricordo di maggio scorso, quando la Freedom Flotilla per Gaza violò l’embargo e venne assaltata dalle truppe speciali israeliane. Furono, allora, 9 le persone uccise. L’Italia stessa, per bocca del ministro degli Esteri Franco Frattini, ha fatto sapere che si adopererà per evitare che gli attivisti si mettano in viaggio e raggiungono Gaza. Ci sarà, sembra, anche una nave italiana, a bordo della quale ci saranno una trentina di attivisti tra cui il vignettista Vauro.

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