Usa e Filippine in esercitazioni militari congiunte nel mar cinese meridionale. Si tratta di un’operazione finalizzata a dare un segnale ma anche a prepararsi al peggio dopo i movimenti minacciosi effettuati da navi paramilitari di Pechino in acque di cui la Cina rivendica l’appartenenza. Un bel problema, dal momento che anche il Vietnam e le Filippine considerano la zona acque territoriali. La notizia è stata data da AsiaNews che riporta come le esercitazioni dureranno 11 giorni e vi prenderanno parte circa 1200 soldati. Tutto è iniziato questa mattina, al largo delle coste dell’Isola di Palawan, nel mare di Sulu, un settore del Pacifico ubicato tra le Filippine e il Borneo. Dopo le Filippine, la Marina degli Stati Uniti effettuerà delle esercitazioni con il Vietnam. Al centro della tensione tra gli Stati coinvolti, vi sarebbe il controllo degli arcipelaghi delle Spratrly e Paracel per la ricca presenza sul territorio di gas e petrolio. Sono ormai decenni, inoltre, che, oltre ai paesi succitati, anche il Brunei, la Malaysia e Taiwan fanno a gara per accaparrarsi il controllo di quella porzione di mare, decisiva, oltre che per la presenza di risorse naturali, come snodo per le comunicazioni navali. La Cina, dal canto suo, negli ultimi mesi sta alzando sempre più la voce con azioni, tese a dominare quei mari, sempre più bellicose. Questa, almeno, è l’accusa di Vietnam e Filippine, che rinfacciano a Pechino di pretendere il controllo delle acque a 200 miglia dalla proprie coste. Il premier Filippino ha, inoltre, accusato la Cina di aver aperto il fuoco su un proprio peschereccio, e ha invocato l’aiuto degli Stati uniti per far fronte all’incredibile potenza militare del gigante asiatico.
Fonti ufficiali negano che le esercitazioni abbiano avuto alcuno scopo dimostrativo, derubricandole ad una sorta di manifestazione folkloristica. Il capitano David Welch, responsabile delle esercitazioni, ha ribadito, dal canto suo, come i due eserciti siano legati da una collaborazione e da una stima secolare.