Il 19 marzo di quest’anno, gli Stati Uniti sono entrati in guerra con la Libia, insieme ad altri Paesi della Nato, con attacchi aerei e missilistici. Il presidente Obama ha promesso che nessun soldato americano avrebbe combattuto in Libia. Questa guerra, però, sta perdendo rapidamente l’appoggio degli americani. Cercherò di spiegare perché la missione in Libia sta andando male e quali possono essere le conseguenze per il futuro della Nato.
Il 21 marzo, il presidente Obama ha inviato una lettera al Congresso degli Stati Uniti in cui affermava di aver ordinato gli attacchi “per impedire una catastrofe umanitaria e per far fronte alla minaccia posta alla pace e alla sicurezza internazionale dalla crisi in Libia.” Obama ha aggiunto che la guerra è stata “autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e intrapresa con il sostegno degli alleati europei e dei partner arabi”. Recentemente, i legali del presidente hanno sostenuto che la guerra in Libia è “resa legittima” (legitimated) dalla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. In inglese il verbo “legitimate” significa “rendere legale”.
Sfortunatamente per Obama, la Costituzione degli Stati Uniti esige che l’uso della forza debba essere legittimata dal Congresso, non dalle Nazioni Unite. L’Articolo 1 della legge fondamentale stabilisce che “al Congresso spetta il potere… di dichiarare guerra”. La dottrina ha ampiamente dimostrato che nel 1789, quando fu adottata la Costituzione, un Paese poteva “dichiarare guerra” o attraverso una dichiarazione formale, o iniziando le ostilità. Il 19 marzo, il presidente Obama ha dichiarato guerra alla Libia, violando così sia la Costituzione, sia il suo giuramento di difenderla.
É stata violata anche un’altra legge. Nel 1973, il Congresso approvò la War Powers Resolution, che proibiva al presidente di condurre azioni belliche per più di 60 giorni senza l’approvazione del Congresso. In Libia, questa legge è stata ampiamente ignorata dal presidente Obama.
Il presidente sostiene che né la Costituzione, né la War Powers Resolution sono applicabili al caso libico. All’inizio, disse che questo conflitto non poteva essere incluso nella definizione giuridica di guerra, in quanto limitato nel tempo e perché nessuna vita americana sarebbe stata messa a rischio. Ma i padri della Costituzione sapevano della esistenza di guerre limitate ai loro tempi nella loro epoca, ma le dimensioni della guerra non vengono menzionate nell’Articolo 1. Per di più, una guerra che si pensava durasse giorni si sta protraendo per mesi, intaccando giorno dopo giorno la giustificazione adotta da Obama.
Più di recente, il presidente ha sostenuto che gli Stati Uniti hanno smesso di essere in guerra dal 7 aprile, con il passaggio della missione alla Nato. Naturalmente, gli Usa sono rimasti coinvolti nelle operazioni, fornendo intelligence e supporto logistico alla Nato. Tuttavia, il New York Times ha riferito che in Libia, dopo il 7 aprile, sono stati effettuati 90 attacchi aerei o con droni.
Obama ha anche detto che l’imposizione di una no-fly zone in Libia aveva il solo scopo di proteggere i civili. All’incirca nello stesso periodo, ha anche detto che il colonnello Gheddafi ha perso il diritto a governare e deve andarsene. In realtà, come ha osservato l’editorialista conservatore George Will: “Dopo più di 10.000 azioni, inclusi ora anche gli attacchi con elicotteri, la strategia sempre più in difficoltà della Nato si sta riducendo a una opzione: uccidere Gheddafi”. In altri termini, a un cambio di regime. La risoluzione dell’Onu giustificava la guerra con la protezione dei civili, Stati Uniti e Nato hanno evidentemente un altro obiettivo in mente. Il passaggio dalla protezione dei civili al rovesciamento di Gheddafi non aggiunge credibilità al progetto e ai suoi leader.
Parole come “cambio di governo” non è probabile possano entusiasmare gli elettori americani. Le guerre in Afghanistan e in Iraq, intraprese entrambe per abbattere regimi dispotici e portare la democrazia, sono costate più di mille miliardi di dollari e migliaia di vite americane. Si può ancora sperare in un esito positivo per queste nazioni, ma i sondaggi indicano che la maggioranza degli americani pensa che queste guerre non valgano il loro costo.
C’è da aggiungere a tutto questo che il Ministro della Difesa, Robert Gates, prima e dopo l’inizio della guerra ha dichiarato che il Paese non ha nessun vitale interesse in gioco nella guerra civile in Libia. Per cosa si è quindi chiesto ai contribuenti americani di pagare una guerra non necessaria (e i probabili costi per la successiva ricostruzione)? Per I cittadini libici che vogliono la pace e la democrazia? Devo aggiungere che il governo americano sospetta infiltrazioni terroristiche non irrilevanti nell’opposizione a Gheddafi?
La Libia è il quinto Paese in cui sono impegnati militari americani. Accanto a Iraq e Afghanistan, vi sono lo Yemen e il Pakistan: si può quindi capire che forse la nazione è stanca di queste guerre senza fine, soprattutto se illegali e senza alcuna relazione con interessi vitali degli Stati Uniti.
Qui si ha la sensazione che Obama sia stato trascinato in questa guerra senza senso su richiesta di Francia e Gran Bretagna. I media hanno diffusamente documentato che la Nato non può condurre guerre con successo senza gli Stati Uniti: l’alleanza, senza gli Stati Uniti, è a corto di munizioni. Ciò non sorprende. Nell’ultimo decennio, le spese militari americane sono più che raddoppiate, mentre sono diminuite del 15% negli altri Paesi Nato. Il peso di difendere la civiltà occidentale non è evidentemente un peso condiviso e, quindi, non ci si deve meravigliare se perfino i conservatori si chiedono: “La Nato è forse finita?”
Gli Stati Uniti sono oggi un Paese esposto in modo eccessivo sia all’interno che all’esterno. Il nostro desiderio di proteggere tutti, ovunque e da qualsiasi tipo di male ha prodotto un enorme deficit pubblico e una presidenza al di là della legge e della prudenza. E le nazioni che si volevano edificare rimangono in crisi sotto élite corrotte. A parte l’offesa alla Costituzione, il Paese non è in grado di sostenere continue avventure all’estero, come ha osservato il senatore Rand Paul. Molti cominciano a pensare che l’America dovrebbe tornarsene a casa e mettere ordine al proprio interno. Il Nuovo Ordine Mondiale sta forse per perdere il suo poliziotto.