Piazza Tahrir. Scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine. La polizia egiziana, oggi, ha sparato gas lacrimogeni per disperdere circa 3000 manifestanti che chiedevano processi più veloci a carico degli ex membri del governo. Il bilancio è di 14 civili e 41 agenti feriti, oltre a sette persone arrestate. Diverse autoambulanze hanno prestato assistenza ad alcune persone che avevano inalato del gas. Almeno, a quanto si apprende dalla stampa ufficiale. Nella piazza che fu il cuore della protesta che portò alla caduta di Mubarak c’erano centinaia di persone, giovani soprattutto. I tafferugli hanno auto inizio ieri, con il lancio di pietre da parte della folla, in un’area nei pressi della piazza in cui si erano riunite alcune delle famiglie delle 840 vittime dei giorni della cacciata del rais. Secondo il ministero dell’Interno le persone arrestate avrebbero potuto far parte di un gruppo intenzionato a disturbare la manifestazione pacifica e a fomentare la rivolta. E’ la prima volta, dalla caduta di Mubarak, che si assiste ad episodi significativi di violenza tra la folla e le forze dell’ordine. La polizia, schierata in assetto antisommossa, ha impedito la marcia verso il ministero.
Tra i manifestanti, alcuni hanno chiesto al maresciallo Mohamed Hussein Tantawi, a capo del Consiglio militare, di dimettersi. Il Consiglio, a sua volta, dalla propria pagina di Facebook, ha comunicato che le agitazioni «non hanno avuto giustificazione se non quella di scuotere la sicurezza dell’Egitto in un piano organizzato che sfrutta il sangue dei martiri della rivoluzione e per provocare la divisione tra il popolo e gli apparati di sicurezza». Alla Reuters Ahmed Abdel Hamid, un fornaio di 26 anni, tenendo in mano delle pietre, ha dichiarato: «La gente è arrabbiata per il rinvio delle cause contro alcuni ex dirigenti»