Sono stati ritrovati 150 cadaveri di immigrati clandestini, che hanno perso la vita tra martedì e mercoledì in seguito all’affondamento di un barcone nei pressi dell’isola di Kerkennah. A quanto riporta l’agenzia Reuters, citando fonti delle Nazioni Unite i corpi sono stati recuperati al largo delle coste tunisine. «Fino ad ora 150 corpi di profughi sono stati trovati al largo delle coste di Kerkennah», ha detto Carole Laleve, dirigente dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati. «Le operazioni di ricerca continuano», ha proseguito.  I migranti erano, per lo più sub-sahariani, ma anche asiatici, partiti dalla Libia e libici in fuga dal conflitto bellico. Sembra che il barcone si sia incagliato nel basso fondale a 36 chilometri dall’isola dopo che il motore era andato in panne. Tra i circa 800 migranti a bordo sarebbe scoppiato il panico quando si sono accorti che, a causa del mare mosso, che ha impedito alle unità della Guardia costiera e dell’esercito tunisino di avvicinarsi, le operazioni andavano a rilento. I soccorritori hanno dovuto fare la spola con i gommoni. 570 migranti sono stati tratti in salvo. 



Tra di loro pare che ci fossero 9 bambini piccoli,  e 91 donne. La maggior parte di loro è stata portata al campo profughi al confine tunisino-libico. Tre delle persone portate in ospedale sono morte. 

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