Salgono a 25 le vittime del famigerato batterio killer. Si aggrava il bilancio dell’Escherichia coli,con altre due vittime in Germania, da dove ha avuto origine la diffusione del ceppo virale modificato e Paese in cui si stanno verificando il maggior numero di contagi e di decessi. Le due persone che hanno perso la vita dopo aver contratto il virus sono due donne, una di 74 anni e un’altra di 88. Hanno manifestato i sintomi della sindrome emolitica e uremica, una gravissima e rara complicazione renale provocata dal germe. Nel frattempo, negli ospedali tedeschi, la situazione è di assoluta emergenza. Il numero di ricoveri per accertamenti continua a salire mentre le cliniche e le strutture ospedaliere non riescono a far fronte alle richieste di accertamento. Contestualmente alla notizia del decesso, in Lussumbero si sta tenendo un vertice straordinario con i ministri dell’Agricoltura europei. La proposta dal commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos consiste nel ritirare a carico dell’Ue un terzo della verdura invenduta, specialmente cetrioli, lattughe, e pomodori, a fronte di un finanziamento da 150 milioni di euro. Cifra che, secondo il ministro dell’Agricoltura italiano Saverio Romano sarebbe del tutto insufficiente per contrastare le perdite subite dal calo del 20 per cento degli ortaggi nostrani che avrebbe già provocato un danno che si aggira tra i 50 e i 100 milioni di euro.
Nel frattempo, negli ospedali tedeschi, la situazione è di assoluta emergenza. Il numero di ricoveri per accertamenti continua a salire mentre le cliniche e le strutture ospedaliere non riescono a far fronte alle richieste di accertamento. Intanto, il virus potrebbe aver oltrepassato l’oceano. In Canada si è registrata un’infezione sospetta che potrebbe rappresentare il primo caso di E. Coli. La persona probabilmente contagiata, residente nella regione di Peel, ha viaggiato di recente in Germania dove ha consumato prodotti alimentari del posto. I test preliminari hanno confermato «la presenza di una tossina compatibile con l’epidemia europea».