E’ morto a Parigi, il 7 giugno, Jorge Semprún, noto scrittore spagnolo, francese d’adozione. Nato a Madrid il 10 dicembre del 1923, è stato insignito di numerosi riconoscimenti internazionali come il Premio Formentor nel 1963 per Il grande viaggio, il Premio Planeta nel 1977 per Autobiografia di Federico Sánchez, il Prix Femina, nel 1969, e il Premio internazionale Nonino nel 1999. Nato in un famiglia dell’alta borghesia spagnola emigra, nel 1936, quando inizia la guerra civile, in Francia e, in seguito, in Olanda dove il padre è ambasciatore della Repubblica spagnola fino al 1939. Tornato in Francia, lo stesso anno, frequenta gli studi di filosofia alla Sorbona di Parigi e aderisce alla Resistenza francese nei comunisti del FTP (Francs-tireurs et partisans). L’anno dopo entra nel Partito Comunista di Spagna, entrando a far parte della cellula clandestina Jean Marie Action. Arrestato dalla Gestapo nel 1943, nel 1944 è imprigionato nel campo di concentramento di Buchenwald. Lì milita nella cellula comunista formatasi al suo interno, di cui racconterà mezzo secolo più tardi ne La scrittura o la vita ed in Vivrò col suo nome, morirà con il mio. Nel ’45 torna a Parigi dove fa il giornalista e il traduttore. Nel’52 torna in Spagna, dove coordina le attività del partito comunista in opposizione al regime franchista. Vi rimane dieci anni, usando, in questo lasso di tempo, diversi pseudonimi, il più noto dei quali era “Federico Sanchez”. Di nuovo in Franca nel 62, nel ’64 viene espulso dal partito comunista per aver espresso critiche al regime stalinista e per il dissenso con Salvador Carrillo, responsabile del partito in Spagna. Di questo ne parlerà in Autobiografia de Federico Sanchez. Da allora, si dedica fondamentalmente alla carriera di scrittore e sceneggiatore. Sono sue le sceneggiature di La guerra è finita (1966), Z – L’oargia del potere (1969), La confessione (1970), L’attentato (1972),Stavisky, il grande truffatore (1974), L’affare della sezione speciale (1975), Una donna alla finestra (1976), Le strade del sud (1978).
E’ regista, nel ’73, inoltre, di Les deux memoires. Viene ricordato anche per aver scrittoL’évanouissement (1967), La deuxième mort de Ramon Mercáder (1969), Autobiografia di Federico Sanchez (1977), Quel beau dimanche! (1980) e L’Algarabie (1981). La sua produzione letteraria riprende nell’86, con La montagna bianca. Tornata la democrazia, in Spagna, diventa, dall’88 al ’91, ministro della Cultura del governo capeggiato dal socialista Felipe González.