Quattro vescovi della chiesa cattolica cinese fedele a Roma sono spariti da alcuni giorni. L’ipotesi più plausibile è che siano stati portati via con la forza per partecipare all’ordinazione di un vescovo fedele invece alla chiesa patriottica (Huang Bingzhang), quella che presta fedeltà al governo e al partito comunista cinesi. Una ordinazione illecita secondo il Vaticano, come un’altra recentissima per cui è scattata l’immediata scomunica. I vescovi rapiti sono mons. Liang Jiansen, di Jiangmen; mons. Liao Hongqing di Meizhou; mons. Su Yongda di Zhanjiang; mons. Giuseppe Gan Junqiu di Guangzhou. Diversa è la sorte di mons. Pei Junmin, designato per presiedere alla celebrazione e che i fedeli stanno difendendo con un sit in nella cattedrale di Shenyang. La polizia aveva tentato di portarlo via ma i fedeli sono riusciti a fermarli. I sacerdoti della diocesi hanno rilasciato un comunicato: “Per difendere la fede, noi sacerdoti ci raduniamo nella cattedrale per una settimana e continueremo a starci fino a che non passa questo uragano”. L’ordinazione del vescovo si terrà il prossimo 14 luglio.



L’Associazione patriottica, quella dei cattolici fedeli a Pechino, e il governo cinese hanno programmato una serie di ordinazioni senza autorizzazione papale. L’AP ha inoltre rilasciato un comunicato in cui esprime rammarico per la decisione del papa di scomunicare il nuovo vescovo, segno, dicono, che il Vaticano non vuole collaborare all’unità della chiesa cinese. Per lAP, la Cina ha bisogno di evangelizzazione, ma il Vaticano reputa quella della evangelizzazione  una scusa per mantenere i cattolici cinesi sotto stretto controllo governativo.



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