Stop totale alla collaborazione energetica dell’Italia con la Libia. Da ora in avanti, in particolare, non sarà più firmato alcun trattato con l’Eni. Si tratta di una ritorsione per il nostro impegno all’interno nell’Alleanza Atlantica in sostegno dei raid aerei. Lo ha annunciato il primo  ministro Baghdadi Mahmoudi in una conferenza stampa in cui ha accusato l’Italia di aver violato il trattato di non aggressione stipulato tre anni fa tra Roma e Tripoli. «Con l’Eni è finita per davvero», ha dichiarato il ministro di del regime di Gheddafi , aggiungendo: «Noi non avremo più un partenariato con l’Eni e l’Italia non otterrà, per il futuro, nessuna partecipazione nei contratti petroliferi in Libia». Un atteggiamento completamente diverso rispetto a quello adottato  con Usa e Francia, nei confronti dei quali ha detto di voler tendere la mano, dal momento che i due Paesi starebbero rivedendo le proprie posizioni. L’azienda, che con la Libia avrebbe, secondo le parole dello stesso primo ministro, un giro d’affari di 30 miliardi di euro, non avrebbe minimamente risentito delle sortire del capo del governo di Gheddafi. 



Il titolo, infatti, viaggia a -0,77% a 15,55 euro, un dato che si colloca in linea con il ribasso del comparto oil&gas  di tutto il mercato europeo, mediamente a -0,8%. E’ probabile che l’assenza di turbamento dipenda dal fatto che, già da febbraio scorso, il colosso energetico aveva bloccato tutte le importazioni dal paese africano.

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