Le autorità pakistane chiudono il caso di Farah Hatim, la giovane ragazza pakistana cattolica rapita da una famiglia islamica e costretta a sposare uno di loro. Per le autorità infatti Farah ha ammesso pubblicamente di voler restare con il marito. Per la famiglia di origine, è stata minacciata di morte. Non è una novità infatti che ragazze cristiane vengano rapite da famiglie musulmane e obbligate a sposarsi con loro appartenenti. Inutile il ricorso dell’Apma All Pakistan Mimorities Allaince, che era pure riuscito a sottoporre il caso all’Alta Corte del Punjab dopo che un tribunale locale non aveva neanche voluto esaminare il caso. «Con chi vuoi restare: con la tua famiglia d’origine o con tuo marito?», le hanno chiesto i giudici. Lei in lacrime ha detto di voler restare con entrambe le famiglie. Non è possibile, ha risposto il giudice. Lunghi attimi di silenzio, sguardo impaurito verso il marito, quindi la risposta: voglio restare con mio marito. La ragazza era stata costretta a convertirsi con la forza all’Islam, in modo da sposare l’uomo. Si pensa possa essere incinta. Farah ha potuto parlare con i genitori solo pochi minuti dicendo che non poteva tornare, ma dopo i disperati messaggi che aveva lanciato nei mesi scorsi, è apparso chiaro che fosse stata minacciata di morte qualora avesse detto di voler tornare a casa.
Il fatto è che una donna incinta che volesse “ripudiare” il marito, in Pakistan vivrebbe il resto della sua vita segnata da tutta la società: vivrebbe come una reietta, abbandonata da tutti. La speranza è che adesso Frah, nei limiti del possibile, viva una vita normale, E’ usanza infatti dei musulmani di rapire le ragazze cristiane, e dopo averle obbligate a sposarsi, indurle alla prostituzione. Secondo fonti locali, Farah sarebbe infatti vittima di una organizzazione che traffica in ragazze squille, vendute a uomini politici islamici.