Le notizie sulla bomba che ha sventrato l’edificio del primo ministro norvegese Jens Stoltenberg e diversi altri uffici pubblici continuano ad arrivare in modo piuttosto frammentato da Oslo. Una città colpita di sorpresa, nonostante i media abbiano dato ampio risalto anche alle tensioni createsi con l’estremismo islamico di matrice qaedista, da ben due incredibili attentati. Il primo appunto è stata l’esplosione di quella che per molte fonti investigative pare essere stata una autobomba che ha cambiato letteralmente il volto alla piazza centrale di Oslo. Il secondo avviene invece qualche ora dopo a circa una settantina di chilometri di distanza dal luogo dell’esplosione. Un uomo (secondo alcune fonti travestito da poliziotto) ha fatto irruzione in un campo di lavoro estivo riservato ai giovani del partito laburista norvegese (il DNA, quello del premier) e ha aperto il fuoco all’impazzata. Almeno una quindicina di colpi sono stati esplosi verso i giovani laburisti e cinque i giovani morti tra i seicentocinquanta presenti al campus in attesa del premier. Numeri che tuttavia la polizia norvegese non ha confermato, ma nemmeno smentito. La polizia ha affermato che vi sarebbe una connessione tra i due attentati e ha avanzato l’ipotesi, che sta tenendo tutti in apprensione, che ci siano degli esplosivi nascosti nel campus dei giovani laburisti.La situazione è stata definita “molto seria” dallo stesso Stoltenberg – che in serata guiderà una riunione di governo di emergenza per decidere sul da farsi – e che non ha ancora un responsabile accertato, almeno per quanto riguarda la matrice, con tutta probabilità ideologica, almeno del primo dei due attentati. Il premier non si è sbilanciato, cercando di richiamare l’attenzione del paese sulla reazione “positiva” della cura dei feriti e ricordando la piena fiducia che va riposta nella polizia e negli organi inquirenti. La polizia ha evacuato diverse aree del centro della città e l’ambasciata degli Stati Uniti ha invitato i cittadini americani che si trovano in questo momento ad Oslo ad evitare di recarsi nelle piazze del centro, mentre la stazione ferroviaria è stata messa in stato di allerta, bloccata ed evacuata. In ogni caso è certo che le responsabilità della bomba, almeno secondo le ipotesi degli esperti interpellati dai media, si siano individuate nel mondo dell’estremismo islamico.
In particolare si punta il dito contro il mullah Krekar – che per bocca del suo avvocato si è dichiarato “sorpreso come tutti da quanto è accaduto” e ha fatto sapere di trovarsi in moschea al momento delle stragi – che aveva minacciato di morte i politici norvegesi se lo avessero espulso dal paese (cosa non avvenuta). La tensione con i gruppi islamici era comunque alta, anche a causa della ripubblicazione di alcune vignette satiriche danesi su un quotidiano norvegese. In serata tuttavia il premier, pur non volendo rivelare la località in cui si trovava, ha detto che è ancora “troppo presto” per parlare di terrorismo, pur non escludendo l’ipotesi e rimandando a un discorso in tarda serata per maggiori dettagli.