Anche il Belgio si è dotato, sulla falsariga francese, di una legge anti-burqa. Chi si recherà in un luogo pubblico ricoperto dal tipico indumento integrale dell’islam più radicale, dovrà pagare multe salate, in alcuni casi finirà in carcere. In particolare, si rischiano fino a 137,5 euro di multa e sette giorni di prigione. Benché si stima che in tutto il Paese solo poche centinaia di donne indossino il burqa, la legge ha un valore di forte impatto simbolico e, nonostante sia stata identificata come la norma “anti-burqa” si estende a tutti quei casi in cui una persona si aggiri in un luogo pubblico con il volto non identificabile. Il provvedimento non ha mancato di suscitare polemiche. Due donne che indossano abitualmente il velo integrale hanno presentato un ricorso alla Corte costituzionale belga chiedendo che la norma sia annullata. Duro anche il giudizio del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, per il quale si potrebbe essere in presenza di violazione delle libertà fondamentali.
Secondo Hammarberg il provvedimento sarebbe «chiaramente diretto contro i fedeli di una religione, metta in ulteriore difficoltà le donne tagliandole fuori in misura ancora maggiora dall’insieme della società». Amnesty International, infine, ha definito il divieto a indossare vestiti che impediscano l’identificazione una «una discriminazione».