Tensione al confine fra Serbia e Kosovo. Nei giorni scorsi alcuni giovani serbi avevano incendiato il posto di controllo al confine con la zona di Jarinje, sorta di enclave serba rimasta fedele a Belgrado dopo l’indipendenza del Kosovo. Motivo dell’attacco e delle proteste la decisione del governo kosovaro di inviare forze di polizia a controllare la zona. Dopo gli incidenti le truppe della Nato presenti in Kosovo hanno preso controllo del posto incendiato, ma i serbi se la sono presa anche con loro attaccando una base del contingente Kfor con bombe molotov e sparando anche colpi di arma da fuoco. I militari Nato hanno risposto a loro volta sparando colpi di arma da fuoco, fortunatamente non si registrano vittime. Immediate le reazioni internazionali: è stata convocata una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite mentre l’Unione Europea ha diramato una nota in cui si condannano gli incidenti. Ha protestato anche il presidente della Serbia, ammonendo che chi provoca questi incidenti è contrario alla Serbia stessa e agisce contro gli interessi del Paese.
La decisione kosovara di inviare forze dell’ordine al confine nasce in seguito all’embargo di merci serbe, decisione presa come ritorsione all’embargo a sua volta decretato da Belgrado ai beni kosovari dopo l’indipendenza del 2008. Non è la prima volta che nello stesso posto di confine scoppiano incidenti fra serbi e kosovari.