Ha ucciso la sua ex fidanzatina di 15 anni per sfida. I suoi amici su Facebook lo avevano invitato a farlo. In cambio, una bella colazione gratis. E lui, 16 anni, lo ha fatto

Un ragazzo di buona famiglia, Josh, come si dice in questi casi. Sedicenne, ottimo studente, andava anche in chiesa. L’ideale per un fidanzato, tanto che i genitori di Rebecca erano ben contenti che i due si frequentassero. Al punto che, quella sera che la ragazzina tardava a rientrare, la madre rassicurò la sorellina così: “Non preoccuparti, è con Josh”: Già, appunto. I due ragazzi abitanti in un paese inglese, si conoscevano da quando avevano 11 anni. Un paio di anni fa si erano anche fidanzati, per poi lasciarsi. Un giorno dell’ottobre del 2010 lui chiede a Rebecca se ha voglia di uscire con lui. Rebecca è ben felice, dice di sì, magari le chiederà di tornare insieme, pensa. Indossa un vestitino comprato appositamente il giorno dopo ed esce felice con Josh: Rebecca non tornerà mai più a casa. “La parte peggiore” dirà all’amico che ha condotto a vedere il cadavere “è stata quando le ossa del suo teschio sono spuntate fuori”. Perché Josh ha ucciso selvaggiamente la piccola Rebecca. L’ha portata in un bosco poco lontano, ma nascosto, poi ha cercato di spezzarle il collo.



“Sai quanto è difficile spezzare il collo di una persona?” racconta all’amico. “E’ stato più facile ucciderla con un bel sasso in testa”. Poi, tornato a casa, manda un sms all’amico che su Facebook lo aveva sfidato dicendogli: “Mi sa che mi devi una colazione”. Cosa ha spinto un ragazzini per bene a compiere un tale gesto folle?



Secondo alcuni amici, Josh era una sorta di Dottor Jekyll e di Mr Hyde, cioè una personalità dal duplice comportamento. Mentre poteva essere buono, educato, diligente, alternava momenti in cui minacciava di uccidere chiunque gli attraversasse la strada. Dopo aver ucciso Rebecca, Josh torna a casa e cancella da Facebook e dal suo computer ogni possibile riferimento a quanto appena fatto. Anzi, scrive messaggi addolorati mostrandosi preoccupato perché Rebecca non è ancora tornata a casa. Pensa anche di tornare nel bosco a seppellire il corpo della ragazzina. Durante il processo, cercherà anche di scaricare la colpa dell’omicidio sull’amico a cui ha mostrato il cadavere. Il quale, scioccato, andrà invece il giorno dopo a riferire ogni cosa alla polizia. Non solo Josh aveva un lato oscuro della personalità: nei conforti di Rebecca era estremamente possessivo e geloso. Raccontano gli amici che subito dopo la fine della loro relazione, era andato in giro dicendo che Rebecca aveva avuto un aborto e che aveva cercato di rimaner incinta di lui in modo che lui non la lasciasse.



Più volte aveva detto agli amici che avrebbe gettato Rebecca in un fiume, o spinta giù da una rupe e ficcato il suo corpo in un buco. Josh non faceva altro che citare i film horror che amava guardare. Secondo chi lo ha giudicato, il ragazzino, ma anche i suoi amici, viveva talmente immerso nella realtà virtuale di Facebook e di certi giochi di gruppo ambientati in mondi di fantasia, che non riusciva più a distinguere la realtà dalla fantasia. Per decifrare i loro messaggi, ad esempio, tutti scritti con una terminologia inventata da loro che usava simboli particolari, i giudici hanno avuto bisogno di appositi interpreti che li aiutassero. Fino al punto che nessuno credeva più alle continue promesse di morte di Josh. Il giorno che uccide la sua ex fidanzata, scrive a un amico: “Che faresti se la uccidessi davvero?”. 

“Ti pagherei la colazione”, risponde l’amico in modo scherzoso, senza minimamente credere che lui sta parlando sul serio.  Due giorni dopo Josh scrive all’amico: “Nn dire nulla, ma credo che tu mi debba una colazione”. La risposta: “Il tuo miglior messaggio di sempre. Seriamente: se stai dicendo sul serio, sarò felice di pagarti la colazione. Voglio tutti i dettagli, sadico bastardo che non sei altro”. Pii, in tribunale, dirà di non aver mai pensato che Josh avesse davvero ucciso Rebecca. La sentenza, diversamente da come si fa in caso di minori, ha specificato che i dettagli del giovane fossero resi pubblici e anche le sue fotografie: nel pubblico interesse di una piccola comunità  che deve sapere cosa è successo esattamente per colpa di uno dei suoi figli.