Una donna inglese dà l’allarme: ho visto Maddie in India. E la fotografa. Ma i genitori della bimba scomparsa smentiscono possa essere lei

Leh, cittadina nel nord dell’India, nello Stato del Jammu e Kashmir. E’ la regione più a nord dell’India, occupata quasi interamente dalle alte montagne dell’Himalaya. Una donna inglese, che si trova qui insieme a un gruppo di turisti di varie nazionalità, osserva per strada una bambina di circa 8 anni che si trova insieme a una coppia. La guarda a lungo e crede di non avere dubbi: è lei, Madeleine McCann. Ne parla con gli altri turisti che sembrano concordare: sì, potrebbe essere lei. A un certo punto uno di loro, un americano, tenta addirittura di portarla via alla coppia con cui si trova la bambina. Finiscono tutti davanti alle autorità locali.



La coppia, europea, lei francese e lui belga, negano e dicono che la bimba è loro figlia. La polizia locale non può fare granché: l’unica evidenza possibile può venire tramite un apposito esame del dna, dicono. Intanto la notizia fa il giro del mondo e arriva anche Inghilterra, dove vivono i genitori di Maddie. I quali, dopo aver visto le foto della bambina, negano possa essere loro figlia. “Ringraziamo tutti quelli che ancora si danno da fare con segnalazioni e con le ricerche di nostra figlia” dicono. “Siamo convinti che Madeleine sia ancora viva e sia da qualche parte nel mondo. Le nostre ricerche continuano”. Ma nonostante la loro sfiducia nei confronti delle foto viste, i McCann attendono comunque il risultato dell’esame del dna della bimba trovata in India.



  Era il 3 maggio del 2007 quando Madeleine McCann scompare. La famiglia inglese si trovava in vacanza in Portogallo, a Praia da Luz. Quella sera i genitori della piccola erano andati a cenare con altre coppie di amici, lasciando la piccola (che avrebbe compiuto 4 anni pochi giorni dopo) a dormire con i suoi fratellini, una coppia di gemelli di due anni. Senza alcuna sorveglianza. Il luogo dove i genitori stavano mangiando era distante circa 120 metri. A intervalli regolari, uno dei partecipanti alla cena tornava in albergo a controllare che i bimbi stessero bene. La porta dell’appartamento non era stata chiusa a chiave. Sono le dieci di sera quando Kate, la mamma di Maddie, va a fare un controllo e trova il letto della bimba vuoto. Un rappresentante della polizia portoghese però disse che la chiamata fu ricevuta alle 23 e 50. Gli investigatori giunsero sul posto circa dieci minuti dopo.



Innumerevoli le ipotesi e anche i sospetti su un caso che non ha mai trovato soluzione. Gli stessi genitori furono sospettati dalla polizia portoghese di aver ucciso e fatto scomparire la bimba, fino a essere completamente scagionati dalle accuse più di un anno dopo, nel luglio 2008. Sospettati fu anche un portoghese, Robert Murat, un suo amico e la fidanzata di quest’ultimo, scagionati anch’essi. Secondo la ricostruzione fatta dalla mamma della bimba, qualcuno avrebbe usato un gas per addormentare tutti i bambini: quando infatti, racconta, si mise a urlare entrando in camera e tutti quanti si misero a fare le prime ricerche, i due gemellini non diedero alcun segno di svegliarsi dal sonno, tanto che dovette accertarsi che fossero vivi e stessero respirando. 

Le autorità portoghesi hanno ufficialmente chiuso il caso nel luglio del 2008. Le uniche evidenze mai trovate furono quelle relative all’impiego di cani specializzati nel recupero dei cadaveri: questi cani mostrarono di aver individuato la presenza di un cadavere nell’appartamento della famiglia inglese e anche su alcuni vestiti e oggetti della piccola. I McCann non hanno mai smesso di continuare privatamente le indagini, convinti che la figlia sia stata rapita di proposito. Recentemente, hanno anche pubblicato un libro con il nome della figlia che racconta tutta la storia. In passato, i McCann sono stati anche accusati dalla stampa inglese di aver tratto vantaggio dalla faccenda, con raccolte di fondi di cui i giornali avrebbero messo in dubbio l’esatto utilizzo. Sia il Daily Express che altri giornali sono stati condannati a pagare due risarcimenti alla coppia dopo essere stati querelati: il primo di ben 550mila sterline, il secondo di 600mila.

Nel maggio scorso si è mosso personalmente il primo ministro inglese, David Cameron, chiedendo a Scotland Yard di riprendere in mano il caso e lanciare nuove indagini. Una richiesta criticata da diversi membri dell’opposizione ma anche dalla stessa Scotland Yard. Riaprire il caso, infatti, potrebbe costare allo Stato inglese diversi milioni di sterline. Non solo: l’opposizione si domanda se sia lecito un tale coinvolgimento della politica in un caso privato. 

La portavoce del primo ministro ha dichiarato che l’iniziativa è stata presa su richiesta personale della famiglia McCann, data la natura “eccezionale” del caso. Scotland Yard ha una ottima reputazione nel risolvere casi apparentemente impossibili, per questo si chiede a loro un intervento deciso. Ma le difficoltà non sono poche e i tempi saranno sicuramente lunghi. La polizia inglese dovrà infatti acquisire ogni singolo atto dei colleghi portoghesi, tradurlo in inglese, studiarlo attentamente. Non solo: dovranno essere ripresi in mano tutti i rapporti della polizia del Leicestershire, dove vive la famiglia, che inizialmente diede supporto ai colleghi portoghesi, così come tutti i rapporti dei tanti detective privati assoldati nel corso degli anni dalla famiglia McCann.